venerdì 11 ottobre 2013

Pamela Moore - CIOCCOLATA A COLAZIONE - Mondadori 1957 - £ 600


Ho ripescato questo vecchio volume della collana il Bosco - libro di esordio di Pamela Moore (1937-1964) - in uno dei soliti scatoloni dove conservo i libri - come dire - eccedenti, e l'ho riletto, dopo cinquant'anni, con rinnovato interesse, cercando anche di ricordare l'impressione che ne ebbi in prima lettura. 

C'è da dire che, allora, il giudizio che se ne poteva dare era anche condizionato dai molti fatti esterni al romanzo, che accompagnarono l'edizione italiana, quali - ad esempio - i numerosi sequestri. 

Non ricordo, con le numerose ristampe che il libro ebbe, quante volte nel magazzino Mondadori di  Lungotevere Prati arrivarono i questurini a sequestrarlo. Era la solita trafila, quando arrivavano per il sequestro, le copie erano già state consegnate alle librerie, loro chiedevano l'elenco delle librerie che lo avevano acquistato, ma non credo che facessero sul serio il giro di Roma e provincia alla ricerca del corpo del reato. 

Certo,  l'eco del successo che il libro stava ottenendo il Francia e negli Stati Uniti, con oltre un milione di copie vendute - che per l'epoca è una cifra inaudita, ma sopratutto quell'aria di proibito che lo acccompagnava, aiutava le vendite molto meglio delle sprezzanti recensioni che erano apparse sulla stampa ultra-puritana dell'epoca. 

Il confronto col successo di Bonjour tristesse della Sagan, avvenuto appena due anni prima, anche lei con milioni di copie vendute, semplificava i giudizi, ed era normale definire Pamela Moore la Sagan degli Stati Uniti. Questi accostamenti erano determinati essenzialmente dall'estrema giovinezza delle due autrici, la Sagan diciannove anni e la Moore addirittura diciotto, entrambe spregiudicate e appartenenti a quella che il perbenismo dell'epoca definiva gioventù bruciata. Il film  con questo titolo di Nicholas Ray con James Dean è del 1955!

Questo l'arioso e classico incipit del romanzo:
La primavera, a Scaisbrooke Hall, era senza dubbio il periodo più bello dell'anno. Lo dicevano tutte le ex-allieve, o ricordando i meli in fiore nel cortile quadrato e l'erba che cresceva alta e fresca accanto al ruscello, dove le ragazze celavano le bottiglie di bibite per mantenerle ghiacciate fino a sera, quando correvano a ritirarle e le bevevano di nascosto prima di rientrare nella sala dedicata allo studio. A primavera i golf di lana, sempre troppo ampi, e le molteplici gonne blu e i pesanti soprabiti venivano rispediti a casa per essere sostituiti dagli abiti azzurri e dalle scarpette dell'uniforme estiva. Scaisbrooke era stato fondato sessanta anni prima, sull'esempio dei collegi inglesi, e nelle sue sale, dall'ampia volta e poco luminose, s'avvertiva il peso delle tradizioni. In questo periodo dell'anno le allieve perdevano il pallore invernale, acquistato nelle sale da studio e nella palestra coperta di pallacanestro, e mostravano l'abbronzatura del primo sole: sembravano piene di salute, fresche, quando camminavano nei viali o si fermavano all'ombra, in gruppo, e ridevano.

E' un romanzo intenso, molto esplicito per l'epoca (niente a che fare - s'intende - con il genere porno-rosa dell'inglese E.L.James), che riesce a trasmette il profondo senso di angoscia che pervade la vita della protagonista, quel senso di vuoto esistenziale e di profonda solitudine, ma anche la sua ostinata ricerca dell'innocenza perduta.






Nel 1964, a soli ventisette anni, Pamela Moore si toglie la vita con un colpo di carabina.
 

1 commento:

  1. L'ho riletto dopo vent'anni cercando di ricordare l'impressione che mi fece allora la storia, ma non ci sono riuscita. Ora mi sembra un romanzo in cui trovi la solitudine della giovinezza.

    RispondiElimina