giovedì 1 novembre 2012

Almudena Grandes - LE ETA' DI LULU' - Guanda 1990 - £ 20.000



Che i generi letterari non esistano e che siano solo schemi di comodo che l'intelletto introduce facendo opera di classificazione, estranea in quanto tale, all'arte, e che si tratti quindi di una indebita intrusione della categoria logica in quella estetica, è cosa arcinota, nondimeno alcuni noti romanzi, forse arbitrariamente, continuano ad essere classificati come facenti parte del genere erotico. Semplificazioni del settore vendite per attirare lettori o il genere esiste, con buona pace di Don Benedetto?

Quando finalmente in italia nel 1960 Mondadori finalmente pubblicò L'amante di Lady Chatterley - l'ho già ricordato in un post di qualche tempo fa - arrivò la Questura nei magazzini  a sequestrare tutti i volumi invenduti, lo stesso accadde qualche mese dopo per Cioccolata a colazione di Pamela Moore, ma questo non fece altro che aumentare le richieste, sicché quando un tribunale poco dopo ne ammise la distribuzione, le vendite raggiunsero vette impensabili, come è sempre accaduto da Gutenberg in poi  (che prima  provvedevano dissoluti copisti per arrotondare).

La differenza tra uno scritto erotico da uno pornografico è chiaramente risolto da un aforisma di Marcuse, che definisce il primo sesso celebrativo e il secondo sesso masturbatorio.

Ma come altrimenti definire questo romanzo di esordio di Almudena Grandes, che segue la via tracciata da  Histoire d'O di Pauline Réageè  del 1954, ma anche da Emmanuelle della Arsan del 1967, se non  romanzo erotico, per la centralità che la sessualità assume, anche nei suoi aspetti più trasgressivi, nelle vicende dei protagonisti, la quindicenne Lulù e il quasi trentenne Pablo, nella cupa Madrid franchista?

A lui piaceva, però. Mentre ascoltavo i suoi gemiti smorzati e accompagnavo i suoi movimenti con la testa, per evitare la nausea che mi scuoteva quando rimanevo ferma, cercavo di secernere più saliva possibile per spingere giu l'ultima dose, come con i cavolini di Bruxelles, che sanno di marcio, e pensavo che a lui piaceva, in ultima analisi, e mi veniva in mente una delle eterne giaculatorie di Carmela, la tata che mia madre si era portata in dote al matrimonio, una vecchia bigotta e puzzolente, piena di arteriosclerosi, ormai completamente rimbecillita, che ripeteva sempre come un fantasma nel corridoio, il Signore ce la dà e il Signore ce la toglie, con l' "ABC" in mano, aperto alla pagine degli annunci mortuari e dei "Grazie, Spirito Santo", il Signore ce la dà e il Signore ce la toglie, lui me lo dà e lui me lo toglie, va bene, si chiude il ciclo, tutto inizia e si chiude nello stesso posto, a lui piace e va bene così.

Se l'etichetta di romanzo erotico funziona come accelleratore di vendite, d'altra parte, e in un certo, senso, svilisce l'opera ingabbiandola in un sottogenere che tende ad offuscarne il valore letterario.

Potrebbe essere interessante analizzare i motivi che vedono attualmente solo autrici femminile cimentarsi in romanzi erotici, dopo che per anni anche questo terreno era dominio  maschile. Ce ne da una spiegazione la stessa Almudena Grande:
"Quello femminile, il punto di vista delle donne su sesso e sensualità, non era rappresentato perché la letteratura, come tante altre cose, è stato un ambito maschile per tanti anni ed erano gli uomini a mostrare la prospettiva dell'erotismo anche dal punto di vista delle donne. Presentavano miti sulla sessualità femminile in un modo che noi non possiamo condividere proprio perché eravamo le protagoniste mute. Questo è un atteggiamento che credo che non esista più."

Ce n'è abbastanza per accendere un interesse.......anche nei lettori più puritani.

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