Questo UTZ (1988) è l'ultimo romanzo di quell'incredibile personaggio che è stato Bruce Chatwin (1940-1989), scrittore e viaggiatore, autore di un'opera di culto come "In Paragonia" (1977), morto di Aids a soli 48 anni.
La storia di Kaspar Utz, ricco praghese di origine tedesca, con una passione smodata per le ceramiche di Meissen, di cui è autorevole esperto e collezionista, si sviluppa a ritroso, ricostruita attraverso i racconti di chi lo aveva conosciuto, e del narratore che lo aveva incontrato anni prima.
L'incipit:
Come tutti i grandi narratori, Chatwin riesce a coinvolgere il lettore in una storia che, partendo da pochi elementi, lievita inglobando nella fabula, sviluppata col ricorso all'analessi, momenti storici europei quali l'occupazione nazista della Cecoslovacchia, la guerra, il regime comunista di Gottwald: come dire, tutte le possibili sfumature di stupidità politico-burocratica, messe in campo contro un piccolo uomo solo, costretto, suo malgrado, a concentrare tutte le sue risorse, mentali, fisiche ed economiche alla difesa delle amate ceramiche.
L'incipit:
Il 7 marzo 1974, un'ora prima dell'alba, nel suo appartamento di via Široká 5 che dava sul vecchio cimitero ebraico di Praga, Kaspar Utz morì di un secondo colpo da tempo previsto.
Tre giorni dopo, alle sette e quarantacinque, il suo amico Václav Orlìk si trovava davanti alla chiesa di San Sigismondo, in attesa dell'arrivo del carro funebre, e stringeva in mano sette dei dieci garofani che aveva sperato di potersi permettere dal fioraio. Notava con approvazione i primi segni della primavera: in un giardino sull'altro lato della strada le taccole roteavano sopra i tigli con i rametti nel becco e, di tanto in tanto, qualche piccola slavina scivolava giù dal tetto di tecole di un caseggiato.
Mentre il dottor Orlìk aspettava, gli si avvicinò un uomo con una cortina di capelli grigi che gli ricadevano sul colletto dell'impermeabile.
«Lei suona l'organo?» chiese l'uomo con voce catarrosa.
«No, purtroppo» rispose Orlìk.
«Nemmeno io» disse l'altro, e si defilò strascicando i piedi per una via traversa.
Come tutti i grandi narratori, Chatwin riesce a coinvolgere il lettore in una storia che, partendo da pochi elementi, lievita inglobando nella fabula, sviluppata col ricorso all'analessi, momenti storici europei quali l'occupazione nazista della Cecoslovacchia, la guerra, il regime comunista di Gottwald: come dire, tutte le possibili sfumature di stupidità politico-burocratica, messe in campo contro un piccolo uomo solo, costretto, suo malgrado, a concentrare tutte le sue risorse, mentali, fisiche ed economiche alla difesa delle amate ceramiche.
L'autore, prima di affermarsi come scrittore, ha lavorato con incarichi di responsabilità per l'importante casa d'aste londinese Sotheby's; questa competenza nel settore gli consente di raccontare l'avventura della nascita della porcellana bianca ad opera di un alchimista tedesco del '700, Johann Börtger.
Chatwin è stato definito - credo giustamente - discepolo di Flaubert per il rigore con cui costruisce le sue storie e la grande capacità descrittiva. Ecco un altro motivo che basterebbe da solo a renderne desiderabile la lettura, e se il piacere della lettura di un romanzo fosse inversamente proporziato al numero delle pagine che lo compongono, questo Utz, che di pagine ne conta solo 127, sarebbe al vertice di questa impropabile classifica.
Chatwin è stato definito - credo giustamente - discepolo di Flaubert per il rigore con cui costruisce le sue storie e la grande capacità descrittiva. Ecco un altro motivo che basterebbe da solo a renderne desiderabile la lettura, e se il piacere della lettura di un romanzo fosse inversamente proporziato al numero delle pagine che lo compongono, questo Utz, che di pagine ne conta solo 127, sarebbe al vertice di questa impropabile classifica.
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