E' noto che la narrativa contemporanea è costituita da rarissimi, quasi accidentali capolavori, di una piccola parte di onesta narrativa d'autore, frutto dell'attività di professionisti dotati della felice arte del raccontare (prima che questa si trasformasse in storytelling), e tutto il resto, che è la stragrande maggioranza di ciò che viene pubblicato, o è narrativa di genere, o è zavorra commerciale, il più delle volte conseguenza diretta della sola notorietà dell'autore.
Appunto un bell'esempio di onesto romanzo d'autore è Golfo del Paradiso (1987) di Gina Lagorio (1922-2005), già apprezzata per un altro bel romanzo, Tosca dei gatti, apparso in questo blog nel 2011:
http://giorgio-illettoreimpenitente.blogspot.it/2011/07/gina-lagorio-tosca-dei-gatti-garzanti.html
Appunto un bell'esempio di onesto romanzo d'autore è Golfo del Paradiso (1987) di Gina Lagorio (1922-2005), già apprezzata per un altro bel romanzo, Tosca dei gatti, apparso in questo blog nel 2011:
http://giorgio-illettoreimpenitente.blogspot.it/2011/07/gina-lagorio-tosca-dei-gatti-garzanti.html
Questo Golfo del Paradiso è la storia dell'ostinata ricerca di un quadro perduto, che racchiude per il suo autore, Michele, vecchio e affermato pittore, il segreto di un momento lontano di indimenticabile bellezza e verità.
"Michele è l'ultimo poeta che esprime in colori il mondo che è stato di Sbarbaro e di Montale, in malinconia e ironico distacco, ma anche con ferma e orgogliosa coscienza di un modo diverso di abitare la terra." (dalla seconda di copertina)C'era silenzio, quel mattino a Paraggi, e c'era anche nel piccolo quadro. Un silenzio profondo e insieme leggero, teso su le cose e continuo, tra le linee curve e dritte, impalpabile ma presente come il mare e il cielo che fondeva insieme, lievissimo ma vibrante, ed era questo «unicum» di silenzio che faceva bello il quadro. Che almeno lo distingueva da ogni altra marina che avesse dipinto in quel periodo, e forse anche dopo.
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