Il più azzeccato necrologio scritto per Truman Capote (1924-1984), che racchiude il senso della sua inimitabile vita, è stato questo: un genio morto per overdose di celebrità. Personaggio rappresentativo di un'intera epoca, quella che negli anni '60 veniva definito jet set, organizzatore di feste memorabili con tutti quelli che all'epoca contavano nel mondo della politica, dell'economia, dello spettacolo e della cultura.
Il clamore che il personaggio mondano ha suscitato, rischia di offuscare, come per Andy Warhol nell'arte, il valore dello scrittore, e può accadere che lo si ricordi più per le sue feste e stravaganze che non per le opere prodotte.
Dopo un'infanzia difficile a causa di genitori assenti e sconclusionati, deve la sua salvezza alla letteratura, a cui si dedicò fin dal college ottenendo continui successi, da una grande cultura letteraria acquisita fin da giovanissimo, e da una prodigiosa fantasia.
Si impose come scrittore a soli 24 anni con il suo primo romanzo Altre voci, altre stanze (1948), dopo dieci anni pubblica con uguale successo Colazione da Tiffany, in basso il link di presentazione del 2011:
http://giorgio-illettoreimpenitente.blogspot.it/2010/07/colazione-da-tiffany-di-truman-capote.html
Ma il successo planetario arrivò con A sangue freddo (1966), cronaca di un brutale quadruplice omicidio a cui lavorò per sei anni, interrogando tutte le persone implicate, compresi gli investigatori e gli stessi assassini, inaugurando, con questa non-fiction novel, una nuova forma di narrativa di cui divenne l'acclamato capostipite.
Il successo mondiale lo rende una celebrità.
E proprio Capote tiene a battesimo l'epoca delle celebrità in cui
viviamo. Lo scrittore infatti festeggia A sangue freddo col famoso ballo
in bianco e nero al Plaza Hotel (14 marzo 1966). L'evento entra a far
parte della storia del costume. Basta guardare la lista degli invitati
(oltre 400 vip) per capire che l'aristocrazia del denaro ha i giorni
contati. Il concetto di «esclusivo» sta per diventare sempre più
inclusivo. Nel nuovo mondo il nobile decaduto convive col magnate
rampante, il politico con l'attore, l'artista con la star (?) della
televisione. Nel salone dell'albergo newyorchese sfilano rivali come
Norman Mailer; divi come Frank Sinatra, Mia Farrow e Lauren Bacall;
studiosi come John Kenneth Galbraith e Arthur Schlesinger jr. Accanto a
loro c'è il potere vero: gli Agnelli, i Kennedy, i Paley... È un
universo sganciato dalla realtà. Non c'è contrasto più stridente tra
questa fiabesca serata in maschera, seguita anche dall'austero New York
Times , e le contemporanee atrocità della guerra in Vietnam. (Alessandro Gnocchi, Il Giornale.it 2014)
Preghiere esaudite, doveva essere, nel progetto purtroppo incompiuto di Capote, l'equivalente americano de la Recherche proustiana, dove ai salotti parigini avrebbe contrapposto, senza alcuna censura, vizi e miserie della nuova aristocrazia, rappresentata dal jet set internazionale che lo aveva accolto e coccolato nel suo seno, e che lui conosceva perfettamente.
Ma le cose non andarono come previsto, ottenuto il 5 gennaio 1966 25,000 $ di anticipo dalla Random House, Capote avrebbe dovuto consegnare l'opera entro il 1° gennaio del 1968. La data di consegna per Preghiere esaudite su spostata al 1969 e l'anticipo aumentato in modo consistente, poi fu rinviata al 1973, poi al 1974, di nuovo spostata al 1977, successivamente al 1980, quindi al 1981 aumentando l'anticipo a 1 milione di dollari, da pagare soltanto alla consegna dell'opera.
Nel 1975 Capote, contro il parere di Joseph M.Fox, Senior editor della Random House, pubblicò due capitoli di Preghiere esaudite sulla rivista Esquire che provocò un'esplosione che sconvolse il ristretto mondo che Truman si era prefisso di descrivere. Praticamente tutti gli amici che aveva in quell'ambiente lo misero al bando, e molti di loro non gli rivolsero più la parola. (Joseph M. Fox, nella Premessa a Preghiere esaudite)
La vendetta viene consumata calda. Capote
diventa un appestato e viene espulso dai salotti che un tempo si beavano
delle sue maldicenze. Per lo scrittore, innamorato di quel mondo, è una
batosta che ne accelera la caduta nel girone infernale dell'alcolismo e
della droga. (Alessandro Gnocchi, Il Giornale.it 2012)
Preghiere esaudite (l'espressione è tratta da S.Teresa d'Avila: "Si versano più lascrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte") rimane un'opera oltre che largamente inconclusa, ben al disotto dello standard qualitativo della narrativa di Truman Capote, se confrontato, ad esempio, a un gioiellino come The Thanksgiving Visitor (1969) - letto nella bella collana di Repubblica, Short stories in lingua originale con traduzione a fronte.
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