mercoledì 19 dicembre 2018

Marcel Proust - EN BUSCA DEL TIEMPO PERDIDO - la otra h, 2017, Barcelona






Che dire? Apprezziamo la buona volontà. C'avete provato, complimenti. Molto coraggiosi, non c'è che dire. Trattandosi di un'opera colossale per dimensioni, con personaggi complessi con rapporti tra loro intrigati, scritto in un linguaggio lucido e preciso come un bisturi o un laser, che non ammette semplificazioni o scorciatoie, forse il fumetto non è il mezzo più adatto per farne una riduzione. Poi manga?! A me sembra, ma non sono un esperto del settore, che il segno grafico dei fumetti manga tenda a semplificare, ma questa è una storia che di semplice non ha niente.

I sostenitori di questa forma di linguaggio possono sostenere che proprio la caratteristica dei fumetti manga si adatti alle tematiche proustiane, legate come sono al tempo e alla sua percezione, in quanto in grado di trasmettere in chi legge il senso di essere testimoni dei fatti mentre avvengono, e non di leggere di cose già avvenute, cioé di vivere una storia e non sentir raccontare un evento già accaduto.

Ma forse vale anche la tesi opposta, cioé che proprio questa precipua caratteristica dei manga, posto che un lettore occidentale sia in grado di percepire la sottigliezza grafica che la renderebbe così diversa dal fumetto occidentale, confligga con lo spirito proustiano della recherche, dove non è mai definito il tempo presente ma solo reminiscenze o impressioni, o come le chiama il Narratore «resurrezioni della memoria».

Nonostante l'improbo tentativo di fedeltà al testo, appunto coraggioso ma niente di più, è soprattutto la povertà grafica dello stile manga a renderlo alieno alla recherche.

Non posso fare a meno di pensare quale meraviglia, questa si di grande valore artistico, sarebbe potuta uscire dai pennelli sublimi e dai pennini icastici di un artista come Aubrey Beardsley, se il fato gli avesse consentito  di vivere più a lungo e lo avesse fatto innamorare dell'opera di Proust, com'era successo con la Salomé di Wilde.

In tema di fantasticherie, perché non immaginare cosa avrebbe potuto fare, della recherche, dal punto di vita grafico,  Alfons Mucha, che di Proust fu contemporaneo, e che il giovane ammiratore della Berma-Sarah Bernhardt, doveva conoscerne e forse apprezzare il lavoro, anche per il poster che Mucha  realizzò  per  Mèdéé della Bernardt.

Per finire, perché non immaginare, tanto non costa niente sognare, quel nostro grande autore, quel narratore sensibile, che purtroppo non è più tra noi, Hugo Pratt, cosa avrebbe potuto realizzare traducendo in disegno un'opera come A la recherche du temp perdu, con o senza la collaborazione di Milo Manara, per le scene di sesso?



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