domenica 13 dicembre 2015

Carlo Lucarelli - ALMOST BLUE - Einaudi Stile Libero 1997 - £ 13.000



Da ragazzo ero un lettore compulsivo, leggevo di tutto, poi ho iniziato a lavorare al magazzino della Mondadori di Roma e qui, ogni settimana, regalavano ai dipendenti una copia di tutte le pubblicazioni in edicola, e allora vagonate di libri gialli, spionaggio, fantascenza.... una vera indigestione. Da allora ho smesso si leggere narrativa di genere. 
Questo Almost blue  di Carlo Lucarelli mi è stato consigliato, e donato, da persona che stimo come lettore, daltronde apprezzando Lucarelli come conduttore televiso di mistery e noir non potevo dubitare che il romanzo fosse interessante, anche grazie a quel titolo che rimanda al noto brano di Elvis Costello che Chet Baker ha portato a un successo planetario.

Ho quindi iniziato a leggere il romanzo nella migliore disposizione di spirito. L'attacco è esplosivo come..., come l'inizio del fim Chi ha incastrato Roger Rabit, lo ricordate?:

   Il primo carabiniere che entrò nella stanza scivolò sul sangue e cadde su un ginocchio. Il secondo si arrestò sulla soglia come sul bordo di una buca, agitando le braccia aperte, per lo slancio.
   - Madonna Santa! - urlò, serrando le guance tra le mani, poi si voltò e corse nel pianerottolo e giù per le scale e oltre la porta e fuori, nel cortile del palazzo, dove si aggrappò al cofano della Punto bianca e nera e si piegò in avanti, spezzato da un conato violento.
   In ginocchio sul pavimento, al centro della stanza, la pelle dei guanti incollata al pavimento appiccicoso, il brigadiere Carrone si guardò attorno e gli sfuggì un singhiozzo roco, quasi un rutto. Provò ad alzarsi, ma scivolò sui tacchi, cadendo indietro sul sedere e poi su un fianco con uno schiocco umido e vischioso. Cercò di appoggiare la mano ma il braccio gli scappò di lato, lasciando una strisciata più chiara sulle mattonelle rosse. Finì con la schiena a terra, senza riuscire a sollevarsi, come in un incubo. (.....)

E' la scena molto realistica di un delitto, descritta con un grande impatto visivo come se anzichè le parole scritte venisse usata una telecamera. Tutto il romanzo è costruito in questo modo, un poliziesco ambientato in una Bologna dei nostri giorni, con un'ispettrice di polizia impegnata nella caccia ad un serial killer, ma che  arrossisce quando il "capo" la guarda e non riesce a nascondere i fastidi che le procurano le mestruazioni.
Tutto funzionerebbe se il bravo autore non infrangesse quella regola che Umberto Eco in Sei passeggiate nei boschi narrativi (Bompiani, 1994), nel capitolo I boschi impossibili definisce in modo lapidario: regola fondamentale per affrontare un testo narrativo è che il lettore accetti, tacitamente, un patto finzionale con l'autore, quello che Coleridge chiama "la sospensione dell'incredulità". 
Cosa accade in Almost blue che - secondo me - interrompe il patto finzionale con l'autore? Semplice: in un romanzo poliziesco di tipo realistico, un serial killer  non può reincarnarsi di volta in volta nella propria vittima, assumendone oltre che l'aspetto anche le impronte digitali. La reincarnazione funziona nella mitologia classica, è normale se stai leggendo Ovidio, non Lucarelli.

Bravo, anzi bravissimo l'autore nel costruire le scene, i personaggi e le situazioni, ottima la scelta di raccontare la storia alternando le voci narranti per dare un ritmo incalzante alla narrazione, ma non può, anzi non deve barare: la reincarnazione, la metempsicosi, non è consentita nel poliziesco, fa parte di un'altra categoria narrativa e non è necessario conoscere le Venti regole per scrivere un romanzo poliziesco (1928) di S.S. Van Dine per saperlo.

Qui sotto il link per ascoltare Chet Baker che suona Almost blue, buon ascolto.

https://www.youtube.com/watch?v=z4PKzz81m5c





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