Una delle figure più limpide e coerenti di intellettuale e antifascista, che ha formato con la sua attività generazioni di militanti comunisti, è Lucio Lombardo Radice (1915-1982), matematico, pedagogista, dirigente comunista, impegnato politicamente nella scuola e nella lotta per la pace, morto a Bruxelles mentre partecipava al II Congresso per il Disarmo.
Figlio del grande pedagogista Giuseppe Lombardo Radice (1879-1938), si laureò nel 1938 in matematica, iscritto al PCI clandestino subì una condanna a quattro anni come oppositore al regime fascista, partecipò alla resistenza romana, ma solo nel dopoguerra riuscì ad accedere alla Sapienza di Roma come assistente, e nel 1951 con una cattedra di analisi algebrica e infinitesimale.
All'attività scientifica affiancò l'impegno politico, in particolare per i problemi della scuola, fu membro del Tribunale Russel per i diritti dell'uomo e, in questa veste, critico nei confronti dei paesi dell'est per i problemi legati alle libertà individuali.
Inquadrato l'autore, parliamo del libro. Credo di ricordare che la segnalazione mi venne da Ada Marchesini Gobetti, che dirigeva negli anni '60 Il Giornale dei Genitori. Le avevo scritto lamentando la difficoltà di impartire una educazione laica al mio primogenito, benché fosse stato esentato dalla religione, stante i programmi scolastici delle elementari.
Il libro, scritto con una chiarezza che è patrimonio naturale di chi ha le idee chiare, è stato letto e riletto nel corso degli anni e di certo è servito ad aprire la mia mente; che sia stato determinante ai fini dell'educazione dei miei tre figli non posso affermarlo con sicurezza, il fatto che siano diventati tre adulti curiosi, tolleranti e democratici mi fa ritenere però che non li abbia, comunque, danneggiati.
Il saggio è articolato in cinque parti, a loro volta divise in capitoli:
Figlio del grande pedagogista Giuseppe Lombardo Radice (1879-1938), si laureò nel 1938 in matematica, iscritto al PCI clandestino subì una condanna a quattro anni come oppositore al regime fascista, partecipò alla resistenza romana, ma solo nel dopoguerra riuscì ad accedere alla Sapienza di Roma come assistente, e nel 1951 con una cattedra di analisi algebrica e infinitesimale.
All'attività scientifica affiancò l'impegno politico, in particolare per i problemi della scuola, fu membro del Tribunale Russel per i diritti dell'uomo e, in questa veste, critico nei confronti dei paesi dell'est per i problemi legati alle libertà individuali.
Inquadrato l'autore, parliamo del libro. Credo di ricordare che la segnalazione mi venne da Ada Marchesini Gobetti, che dirigeva negli anni '60 Il Giornale dei Genitori. Le avevo scritto lamentando la difficoltà di impartire una educazione laica al mio primogenito, benché fosse stato esentato dalla religione, stante i programmi scolastici delle elementari.
Il libro, scritto con una chiarezza che è patrimonio naturale di chi ha le idee chiare, è stato letto e riletto nel corso degli anni e di certo è servito ad aprire la mia mente; che sia stato determinante ai fini dell'educazione dei miei tre figli non posso affermarlo con sicurezza, il fatto che siano diventati tre adulti curiosi, tolleranti e democratici mi fa ritenere però che non li abbia, comunque, danneggiati.
Il saggio è articolato in cinque parti, a loro volta divise in capitoli:
Educazione della mente
- La nascita della ragione
- Loro vogliono crescere
- Uomini con libri e uomini senza libri
- La pagina e il "video"
- Il giocattolo più bello
- I compiti di ogni giorno
- L'intelligenza non ha sesso
- Leonardo in ogni fanciullo
Come vediamo il mondo
- Non verità assolute
- Ragione e religione
- La fede dei padri e la libertà dei figli
- I valori comuni
- E dopo?
- Sesso e carattere
I ragazzi e la politica
- I discorsi dei grandi
- Dai regni immaginari alle repubbliche di questa terra
- Il primo comandamento
- Né indifferenti né fanatici
La prima scienza
- L'occhio di Leonardo
- La scienza nella scuola e nella società italiana
La ragione aperta
Questo l'incipit, nel quale vengono focalizzati i fini che il libro si propone :
Una lettura assai piacevole per il tono discorsivo e leggero, niente affatto pedante, che Lucio Lombardo Radice ha usato nel redigere questo trattato, che a distanza di cinquant'anni ancora afferma la sua validità pedagogica.
L'educazione non incomincia con la scuola; ecco una scoperta della psicologia, della pedagogia e della medicina moderne, che è divenuta abbastanza popolare. Che le impressioni, le abitudini, l'ambiente della primissima infanzia possano avere profonde influenze sul carattere e la personalità, ce lo dicono gli studiosi di psicologia e lo riconoscono e lo affermano anche, in modi diversi, molti films, molti articoli di riviste e di quotidiani. Ma anche la capacità di ragionamento, anche la mente, comincia a svilupparsi sin dal secondo anno di vita almeno, se non proprio sin dalla nascita, e perciò anche con i più piccini parenti e maestri debbono porsi il problema di un sano sviluppo razionale, che li avii ad essere da grandi coerenti e non illogici, colti e non succubi dei miti, "scienziati" e non superstiziosi, in grado insomma di distinguere il ragionamento giusto da quello sbagliato, la verità dalla favola.
Una lettura assai piacevole per il tono discorsivo e leggero, niente affatto pedante, che Lucio Lombardo Radice ha usato nel redigere questo trattato, che a distanza di cinquant'anni ancora afferma la sua validità pedagogica.
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