Se siete fortunati e nati, diciamo, dopo gli anni ottanta, magari non avete mai sentito parlare di questo libro, né del suo protagonista, e della sua storia: in questo caso smettete di leggere il post, leggete qualcos'altro, o andate al cinema.
Se siete ansiosi, irritabili, pronti a reagire ad ogni provocazione, lasciate perdere perché questa storia, e questo libro, riaprono ferite mai rimarginate, perché questa storia fa ancora incazzare.
Chi è Corrado Stajano (1930): giornalista e scrittore, autore televisivo con Ermanno Olmi di documentari di argomento politico e sociale come In nome del popolo italiano; Le radici della libertà; Nascita di una formazione partigiana, e con altri registi La repubblica di Salò e La forza della democrazia. E' stato senatore DS dal 1994 al 1996 e membro della commissione antimafia, ha scritto sulla strage di Piazza Fontana e sul terrorismo.
Questo libricino del 1975 è una Storia Italiana Esemplare, una storia senza tempo. La rappresentazione della continuità storica del nostro paese: dalla conquista piemontese del Sud, alla lotta al brigantaggio, passando per la monarchia sabauda - ricordate Bava Beccaris? - e dal fascismo alla repubblica. Costantemente lo Stato borghese ha oppresso i più deboli, con una violenza ininterrotta nel corso degli anni, usando i suoi corpi repressivi e coprendone, con una magistratura connivente, gli abusi più clamorosi.
Corrado Stajano, con la meticolosità del ricercatore, avvalendosi di verbali, atti e documenti ufficiali, articoli e testimonianze, ricostruisce la storia della breve vita, dal befotrofio al riformatorio di un ragazzo sardo che, fin dalla nascita, portava le stimmate del martirio.
Racconta, Stajano, del desiderio di riscatto che spinge Franco Serantini, ragazzo intelligente e generoso, a studiare, a farsi una cultura politica, a impegnarsi socialmente contro quelle che ritiene le macroscopiche ingiustizie della nostra società e i rigurgiti fascisti che si manifestavano in quegli anni - conniventi pezzi dello stato - con una violenza inaudita.
Stajano riporta integralmente il durissimo articolo di Umberto Terracini, pubblicato sul n. 20 di Rinascita del 1972, dal titolo Un assassinio firmato:
Se siete ansiosi, irritabili, pronti a reagire ad ogni provocazione, lasciate perdere perché questa storia, e questo libro, riaprono ferite mai rimarginate, perché questa storia fa ancora incazzare.
Chi è Corrado Stajano (1930): giornalista e scrittore, autore televisivo con Ermanno Olmi di documentari di argomento politico e sociale come In nome del popolo italiano; Le radici della libertà; Nascita di una formazione partigiana, e con altri registi La repubblica di Salò e La forza della democrazia. E' stato senatore DS dal 1994 al 1996 e membro della commissione antimafia, ha scritto sulla strage di Piazza Fontana e sul terrorismo.
Questo libricino del 1975 è una Storia Italiana Esemplare, una storia senza tempo. La rappresentazione della continuità storica del nostro paese: dalla conquista piemontese del Sud, alla lotta al brigantaggio, passando per la monarchia sabauda - ricordate Bava Beccaris? - e dal fascismo alla repubblica. Costantemente lo Stato borghese ha oppresso i più deboli, con una violenza ininterrotta nel corso degli anni, usando i suoi corpi repressivi e coprendone, con una magistratura connivente, gli abusi più clamorosi.
Corrado Stajano, con la meticolosità del ricercatore, avvalendosi di verbali, atti e documenti ufficiali, articoli e testimonianze, ricostruisce la storia della breve vita, dal befotrofio al riformatorio di un ragazzo sardo che, fin dalla nascita, portava le stimmate del martirio.
Racconta, Stajano, del desiderio di riscatto che spinge Franco Serantini, ragazzo intelligente e generoso, a studiare, a farsi una cultura politica, a impegnarsi socialmente contro quelle che ritiene le macroscopiche ingiustizie della nostra società e i rigurgiti fascisti che si manifestavano in quegli anni - conniventi pezzi dello stato - con una violenza inaudita.
Stajano riporta integralmente il durissimo articolo di Umberto Terracini, pubblicato sul n. 20 di Rinascita del 1972, dal titolo Un assassinio firmato:
Questa volta, diciamolo, il nostro animo insorge inorridito e la coscienza invoca a gran voce severe pronte sanzioni non soltanto perché dinanzi a noi c'è un altro morto ammazzato dalla polizia che segna di sanguigno l'aspro cammino che il popolo italiano batte e ribatte per la difesa delle proprie libertà contro l'ignavia colpevole dei governanti e la criminalità di ritorno della ribalteria fascista, ma anche per il modo crudelissimo dell'ammazzamento e per la rivelazione ch'esso ci ha fatto del grado estremo di avvilimento a cui il regime ha portato, tra intrighi tenebrosi di complici omertà, il potere statuale della Repubblica.Perché a Pisa, a perpetrare l'orribile assassinio di Franco Serantini, lavoratore studente, e a tentare di mandarlo impunito, si sono indubbiamente dati voce e mano, non senza qualche ammiccamento da Roma, tutte le componenti del suo poderoso apparato repressivo: polizia, magistratura e galera. I poliziotti infatti hanno massacrato a mazzate il giovane sventurato, i carcerieri, in complicità con i vari funzionari della prigione, lo hanno abbandonato senza cure nella sua straziante agonia; e infine un giudice ha creduto di gettare sull'atroce dramma la gelida coltre burocratica della sua verbalizzata indifferenza, fingendo di non accorgersi che interrogava un morente raccogliendone la deposizione solo più ad memoriam.
Per la cronaca, e per far comprendere il clima di quegli anni, Umberto Terracini, la cui firma è in calce alla Costituzione Italiana, viene per questo articolo denunciato dalla Procura della Repubblica di Roma per vilendio della magistratura e delle forze armate dello Stato!
Le immagini dei funerali di Franco Serantini
Il monumento eretto Pisa
Ballata di Serantini
https://www.youtube.com/watch?v=CCyzmJ-NUj8
Recentemente sono saliti alla ribalta della cronaca diversi casi di omicidio i quali, in qualche modo, sono ascrivibili alle forze di polizia:
- Marcello Lonzi ucciso nel carcere di Livorno 11 luglio 2003
- Federico Aldovrandi assassinato il 25 settembre 2005
- Riccardo Rasman ucciso da quattro poliziotti a Trieste il 27 ottobre 2006
- Aldo Bianzino trovato morto nel carcere di Perugia il 14 ottobre2007
- Gabriele Sandri ucciso da un colpo accidentale 11 novembre 2007
- Giuseppe Uva forse violentato e ucciso in caserma 14 giugno 2008
- Stefano Cucchi ucciso durante la custodia cautelare 12 ottobre 2009
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