Questa sera, per caso, tra vecchi giornali utilizzati per accendere il caminetto, mi è capitata sotto gli occhi questa pagina di Repubblica di sabato 22 marzo 2014 che parla di Kerouac, e di un suo inedito, pubblicato da Mondadori. Scritto nel 1944, "La vita stregata" doveva costituire la prima parte
di un romanzo ambientato nell'immaginaria cittadina di Galloway.
Convinto di averne dimenticato su un taxi l'unica copia manoscritta, l'autore la riteneva perduta. Invece era al sicuro in un armadio della Columbia University, da dove è riemersa di recente.
La notizia mi ha sorpreso non perché sia straordinario il ritrovamento dell'inedito e la sua pronta pubblicazione, ma per il fatto che, già da qualche giorno, avevo deciso di fare un pezzo su Kerouac, la coincidenza mi ha confermato della bontà della decisione.
Questo ritrovamento, che in un certo senso si può considerare un antefatto di On the road, mi da lo spunto per richiamare l'attenzione sul fatto che Kerouac ha sempre considerato i suoi romanzi come un'opera unica, e solo la cecità dei suoi editori ha impedito, ad esempio, che si potessero utilizzare gli stessi nomi per i personaggi delle sue storie.
Nell'edizione italiana di Big Sur (I edizione Oscar Mondadori, 1976) Kerouac lo dichiara esplicitamente nella prefazione:
Convinto di averne dimenticato su un taxi l'unica copia manoscritta, l'autore la riteneva perduta. Invece era al sicuro in un armadio della Columbia University, da dove è riemersa di recente.
La notizia mi ha sorpreso non perché sia straordinario il ritrovamento dell'inedito e la sua pronta pubblicazione, ma per il fatto che, già da qualche giorno, avevo deciso di fare un pezzo su Kerouac, la coincidenza mi ha confermato della bontà della decisione.
Questo ritrovamento, che in un certo senso si può considerare un antefatto di On the road, mi da lo spunto per richiamare l'attenzione sul fatto che Kerouac ha sempre considerato i suoi romanzi come un'opera unica, e solo la cecità dei suoi editori ha impedito, ad esempio, che si potessero utilizzare gli stessi nomi per i personaggi delle sue storie.
Nell'edizione italiana di Big Sur (I edizione Oscar Mondadori, 1976) Kerouac lo dichiara esplicitamente nella prefazione:
La mia opera forma un unico grosso libro, come quella di Proust; soltanto che i miei ricordi sono scritti di volta in volta e non dopo in un letto di malato. A causa delle obiezioni dei miei primi editori non ho potuto servirmi degli stessi nomi di persona in ogni libro. Sulla strada, I sotterranei, I vagabondi del Dharma, Il dottor Sax, Maggie Cassidy, Tristessa, Angeli della desolazione, Visioni di Cody e gli altri romanzi compreso questo, non sono che capitoli dell'intera opera ch'io chiamo La leggenda di Dulouz. Voglio, quando sarò vecchio, riunire tutti i miei libri, reinserirvi il mio Pantheon di nomi uniformi, lasciare il lungo scaffale pieno di libri, e morire felice. L'insieme forma un'enorme commedia, veduta attraverso gli occhi del povero Ti Jean (io), altrimenti noto come Jack Dulouz, il mondo della furibonda azione, della follia, e anche della dolcezza soave, veduto attraverso quel buco della chiave che è il suo occhio.
1962 Jack Kerouac
Ma Jack Kerouac non ha avuto il tempo per diventare vecchio, la vita l'ha consumata tutta vivendola, e non ne è rimasto neanche un briciolo per realizzare quel desiderio di riunire tutti i suoi libri in un'unica opera.
1995, £ 13.000 |
1976, £ 1.200 |
1982, £ 5.000 |
1973, £ 800 |
1978, £ 4.000 |
Kerouac l'ho conosciuto solo grazie a On the road, sui banchi del liceo.
RispondiEliminaQuesto inedito pare interessante, vado a dare un'occhiata...
Da tanto amo i romanzi di Kerouac e talvolta li rileggo per scoprirvi dentro sempre cose nuove.
RispondiEliminaDi quest'inedito non sapevo nulla! Andrò alla ricerca anch'io :-)
Sempre complimenti per il blog che seguo costantemente con piacere.
Orlando