Nelle giornate uggiose cosa c'è di meglio che rovistare in vecchi scatoloni, dove la mania conservativa ha tesaurizzato scampoli di passato, sotto forma di libri, giornali, riviste, fumetti, ricordi e scampoli di vita.
Oggi la ricerca ha riportato alla luce due numeri di una rivista di spettacolo, a dimostrazione che anche in periodi difficili, in famiglia, giustamente, non ci si è mai privati del superfluo!
SCENARIO è la storica rivista fondata da Silvio D'Amico nel 1932 e che diresse fino al 1936 con Nicola De Pirro. La copia del luglio 1939 ha in copertina una bella foto di Evi Maltagliati (1908-1986)
Notare la differenza grafica del titolo della rivista, che, nell'edizione del 1939 ha una sua eleganza formale, mentre in quella del 1943, forse per quello che stava passando l'Italia in quel momento, la scelta del carattere è pesante e funerea, in linea con le demenziali scritte osannanti il regime ormai alla fine.
Il primo articolo annuncia l'apertura delle Terme di Caracalla agli spettacoli con parole entusiastiche tipiche dell'epoca:
Gli spettacoli alle Terme di Caracalla, che superando la loro natura artistica, assurgono ad un vero e proprio avvenimento di carattere sociale e politico, hanno avuto inizio il 4 luglio e si protraranno, fra le acclamazioni entusiastiche e la commossa ammirazione del popolo festante, fino al 20 agosto.
La geniale idea del Duce - sempre sensibile alla voce del popolo ed ai palpiti del suocuore, pronto sempre ad andare con franco sorriso e profonda comprensione verso la massa - non amorfa ed incolta, ma forgiata nel clima nuovo di volontà, di disciplina, di educazione spirituale - è stata sviluppata e realizzata in Roma, per opera del Governatore, in maniera perfetta. (.....)
Nella seconda pagina troviamo il sommario e scopriamo che l'editore è Rizzoli, ma nella storia della rivista c'è stato anche Mondadori ed altri editori.
Un interessante editoriale del direttore Nicola de Pirro sulle origini del teatro, che fascisticamente conclude, (né avrebbe potuto concludere in modo diverso):
Un teatro può anche richiamare a sè le folle e muoverle e commuoverle senza peraltro avere la sua essenziale socialità; così come non l'ha oggi il cinematografo. Ma quando un teatro è l'espressione idealmente concreta di un organismo sociale unitario e coesivo e nasce da un mondo spirituale mosso da impulsi storicamente direttivi e totali, allora esso trova veramente la sua vera ed intima ragionecome fenomeno di vita e come arte.
Un ironico articolo di Vittorio De Sica, come recita il titolo, in bilico tra cinema e teatro, non in grado di scegliere - così dice - a quale delle due arti dedicarsi, lamentando la scarsezza del repertorio disponibile per il palcoscenico e la ripetitività dei ruoli offerti per il cinema, scrive:
Io, per esempio, sono stanco di interpretare la solita parte di buon ragazzone ben voluto dalle donne, ma un po' disgraziato nella vita a causa della sua ingenuità incorreggibile. Ardo dal desiderio di provarmi in opere di mole più importante, in parti più consistenti e artisticamente più vaste.
Di seguito alcune pagine della rivista, tutte interessanti per gli argomenti trattati, ma irresistibili nelle immagini pubblicitarie, quelle pienamente in grado di dare l'autentico sapore dell'epoca.
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