Màshenka (diminutivo di Maria) è il primo romanzo di Nabokov, scritto in russo nel 1925 a Berlino, ma qui tradotto dalla versione inglese nel 1971 per Mondadori, sulla scia del successo di Lolita che è del 1969.
L'azione si svolge nel 1924, in una claustrofobica pensione, nella Berlino del periodo d'oro di Weimar, quando era cancelliere il democratico-liberale Stresemann (1878-1929), dove convivono con le loro storie di rimpianti e di miseria un gruppo di esuli russi, il cui destino sembra essere quello della ricerca di un altrove che non esiste.
A causa dell'insolita lontananza dalla Russia e per il fatto che la nostalgia rimane la folle compagna di tutta una vita, le cui strazianti stranezze si è abituati a sopportare in pubblico, non mi sento per nulla imbarazzato ad ammettere la pena sentimentale del mio attaccamento a questo primo libro. I suoi difetti, prodotti dell'innocenza e dell'inesperienza...
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