domenica 24 gennaio 2016

TUTTA COLPA DI GUTENBERG!



Johannes Gutenberg  (nato tra il 1394 e il 1399 -morto il 1468) è stato un orafo, inventore e tipografo tedesco, conosciuto soprattutto per essere stato l'inventore della stampa a caratteri mobili, a cui dobbiamo l'inizio della tecnica della stampa moderna. Questo almeno per quanto attiene l'occidente, perché in Cina l'invenzione e l'uso datava già da un paio di secoli.

Le invenzioni e il cosiddetto progresso tecnologico, hanno da sempre comportato (e continuano purtroppo a comportare) un danno economico per quelli che, prima di quelle invenzioni, esercitavano quelle stesse attività con modalità diverse, fors'anche primitive, ma che garantivano loro un reddito.

Così infatti, prima che l'improvvida invenzione del tedesco di Magonza ne sconvolgesse la vita, i libri erano pazientemente e sapientemente copiati a mano dagli amanuensi, o copisti, monaci nella pace dei monasteri o studenti nelle università del tempo, che da questa richiestissima attività ricavavano compensi significativi.

Ma il danno provocato dall'accoppiata caratteri mobili e torchio non si può considerare solo sotto l'aspetto economico perché, se da una parte studenti e monaci videro ridursi i loro introiti, per contro si venne a formare una classe professionale di tipografi, in grado soddisfare un mercato rapidamente in crescita. 

Il vero grande e irrimediabile danno provocato dall'invenzione di Gutenberg è, però, di carattere quantitativo e qualitativo, perché la necessità di ammortizzare gli elevati costi di impianto, e la relativa semplicità operativa, portarono inesorabilmente a stampare opere sempre meno necessarie, addirittura frivole e con tirature sempre maggiori.





Il successivo balzo, e ulteriore decadimento della editoria in genere, lo dobbiamo all'inventore-orologiaio Ottmar Mergenthaler (1854-1899), tedesco naturalizzato americano,  che nel 1884 inventò la linotype, che superato il concetto di carattere mobile, consentiva di digitare il testo su una tastiera come quella della  macchina da scrivere, creando, attraverso il crogiuolo di fusione collegato, una linea intera di caratteri in piombo.

Dell'utilizzo di questo sistema di stampa beneficiarono soprattutto fogli periodici, giornali quotidiani e riviste, che, sacrificando inutilmente sempre più alberi, produssero in cambio materiale stampato di dubbia utilità, e in gran parte superfluo, quando non decisamente dannoso per l'umanità, diffondendo ad esempio il concetto di patria e innescando, con questo topos letterario, una serie di meccanismi che sfociarono in nuove guerre, di cui avremmo decisamente potuto fare a meno.















Il passo successivo fu l'invenzione della stampa offset grazie a Robert Barclay, che adattò il principio della litografia (la repulsione tra acqua e sostenze grasse, il noto lipofismo grafico), scoperto nel 1796 da Alois Senefelder (1771-1834), con questo semplificando il processo di stampa e accrescendo ulteriormente - a maggior danno degli alberi - il materiale stampato, essenzialmente libri di ogni genere, manifesti pubblicitari e materiale politico.

















Non bastasse la nafasta opera degli editori, impegnati a rincorrere  chiunque appaia più di cinque minuti in televisione, per pubblicarne le biografie, le storie e scritti di ogni genere,  certi che la notorietà dell'autore - indipendentemente dalle sue effettive capacità letterarie,  sia di gran lunga sufficiente a garantirne un ritorno economico, oggi anche illustri sconosciuti sono sollecitati a pubblicare - a proprie spese s'intende! - ciò che è stato celato per anni nei cassetti e dove avrebbero dovuto rimanere per sempre. E' un'orgia oscena di pagine stampate, di cui non si sentiva la necessità e dalle quali - ne siamo sicuri - non emergerà alcun autore degno di questo nome.




Ma è con l'editoria 2.0  che si è  toccato il fondo.Con la stampa  digitale chiunque ormai, anche con mediocre alfabetizzazione è in grado grazie a questo diabolico sistema, di stampare in proprio, o farsi stampare per pochi soldi (e anche rilegare) gli sforzi delle proprie velleità letterarie, col risultato di avere sempre più libri superflui che vanno ad intasare le discariche.

Ecco perché ce l'abbiamo tanto con Gutenberg!