giovedì 30 giugno 2016

Michail Bulgakov - IL MAESTRO E MARGHERITA - Einaudi 1991 - £ 30.000





Nella nostra famiglia Il Maestro e Margherita è stato, ed è tuttora, un libro di culto che abbiamo letto tutti più volte, nell'edizione Gli Struzzi di Einaudi (1974), tradotto da Vera Dridso. Questa della foto è stata ricomprata dopo che l'originale (vedi foto in basso), un po' squinternata dalle molte manipolazioni dei cinque componenti la famiglia, di cui tre adolescenti, era stata prestata ad una amica di un figlio che l'aveva completamente distrutta. 
In verità mi era stata restituita copia di un altro editore, forse Garzanti, con una traduzione meno divertente tanto da rendere necessario acquistare la nuova l'edizione Einaudi (nella foto in alto), con quella moderna e banale immagine di copertina, che mi ha fatto pensare che Einaudi, avendo rinunciato a ripresentare il volume con la forte ed evocativa immagine esoterica, forse ritenuta troppo arcaica, tentasse di smerciare il libro a potenziali ignari lettori, come una storia di sesso tra un maestro (inteso come insegnante) e un'alunna maliziosa: una sorta di Lolita in salsa russa.


Perché, pur ritenendo questo romanzo così importante, non ne ho mai parlato? Ma semplice, perché è difficile dire qualcosa di nuovo o di interessante su una storia così complessa. Si dovrebbe iniziare parlando dell'ironica rappresentazione della società letteraria sovietica, con al suo vertice la potente Rossijskaja Associacija Proletarskich Pisatelej («Associazione russa degli scrittori proletari»), che non è mai stata bendisposta con Bulgakov vivente.

E che dire del romanzo nel romanzo, che il Maestro tenta di scrivere sulla passione di Cristo e i mal di testa di Ponzio Pilato, e ancora il rapporto speciale che legherà il Maestro e l'amata Margherita all'affascinante e potente Woland, che tutto può...

Senza neanche prendere in considerazione il film del '72 di Aleksandar Petrović, con Ugo Tognazzi e
Mismy Farmen, propongo, per i pigri l'audiolibro completo dell'edizione integrale Einaudi:

https://www.youtube.com/watch?v=As1_8FbOfqQ

e per i curiosi con tanto tempo a disposizione la Serie televisiva russa di Il Maestro e Margherita (dieci parti ciascuna di 40-45 minuti) regia Vladimir Bortko del 2005, in russo con sottotitoli in italiano. Nel link qui sotto l'inizio:

https://www.youtube.com/watch?v=xwlu5Wz-O_0

Ma secondo me, nessuna rappresentazione cinematografica, per quanto ben fatta, può supplire al piacere della lettura di un testo come questo, che alterna pagine di puro divertimento a momenti di grande pathos. E quando dico piacere della lettura intendo proprio che le immagini che si formano nella mente di chi legge, non potranno mai essere rappresentate da un altro lettore allo stesso modo, per quanto bravo il regista, per quanto bravi gli attori....

venerdì 10 giugno 2016

Gina Lagorio - GOLFO DEL PARADISO - Garzanti 1987 - £ 19.000




E' noto che la narrativa contemporanea è costituita da rarissimi, quasi accidentali capolavori, di una piccola parte di onesta narrativa d'autore, frutto dell'attività di professionisti dotati della felice arte del raccontare (prima che questa si trasformasse in storytelling), e tutto il resto, che è la stragrande maggioranza di ciò che viene pubblicato, o è  narrativa di genere, o è zavorra commerciale, il più delle volte conseguenza diretta della sola notorietà dell'autore.

Appunto un bell'esempio di onesto romanzo d'autore è Golfo del Paradiso (1987) di  Gina Lagorio (1922-2005), già apprezzata per un altro bel romanzo, Tosca dei gatti, apparso in questo blog nel 2011:
http://giorgio-illettoreimpenitente.blogspot.it/2011/07/gina-lagorio-tosca-dei-gatti-garzanti.html

Questo Golfo del Paradiso è la storia dell'ostinata ricerca di un quadro perduto, che racchiude per il suo autore, Michele, vecchio e affermato pittore, il segreto di un momento lontano di indimenticabile bellezza e verità.

C'era silenzio, quel mattino a Paraggi, e c'era anche nel piccolo quadro. Un silenzio profondo e insieme leggero, teso su le cose e continuo, tra le linee curve e dritte, impalpabile ma presente come il mare e il cielo che fondeva insieme, lievissimo ma vibrante, ed era questo «unicum» di silenzio che faceva bello il quadro. Che almeno lo distingueva da ogni altra marina che avesse dipinto in quel periodo, e forse anche dopo.
"Michele è l'ultimo poeta che esprime in colori il mondo che è stato di Sbarbaro e di Montale, in malinconia e ironico distacco, ma anche con ferma e orgogliosa coscienza di un modo diverso di abitare la terra." (dalla seconda di copertina)