martedì 23 luglio 2013

Alicia Gimenéz-Bartlett - NIDO VUOTO Sellerio 2007 - € 13.000



Sono stato in gioventù un consumatore notevole di letteratura poliziesca, anche perché da dipendente di quell'editore, negli anni '60, ricevevo in regalo ogni settimana, insieme a tutti gli altri periodici, anche i Gialli Mondadori in uscita, e li leggevo tutti, insieme agli Urania e i Segretissimo. 

Poi, com'è naturale in tutti i casi di abuso,  una forma di intolleranza al genere me ne ha tenuto a debita distanza, con poche, pochissime eccezioni.

E' la prima volta che leggo qualcosa di questo nuovo astro nascente della letteratura poliziesca, Alicia Giménez-Bartlett, ex docente di filologia e letteratura moderna all'Università di Barcellona, venuta ad infittire la lunga fila di donne votate alla letteratura gialla.

La letteratura poliziesca è stata fin dall'inizio una cosa di donne, ce lo ricorda un esauriente articolo del 1985 di Natalia Aspesi su Repubblica: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/09/signore-in-giallo.html, comprese molte scrittrici italiane fin dagli '30. La cosa non desta meraviglia: le donne sono per loro natura indagatrici, capaci come sono di sviluppare una storia dal semplice ritrovamento di un capello sulla giacca del marito! per non parlare delle tracce di rossetto!

Questo Nido vuoto è un'opera di 400 pagine di cui almeno 200 dedicate alla vita privata della protagonista, l'ispettrice Petra Delicado e i suoi amici, dove ci raccontano storie e relazioni che poco hanno a che fare con l'indagine, contravvenendo così alla 3a delle 20 regole per scrivere romanzi gialli, codificate da S.S. Van Dine nel 1928, che recita: Non ci dev'essere una storia d'amore troppo interessante. Lo scopo è di condurre un criminale davanti alla Giustizia, non due innamorati all'altare, e qui di matrimoni ce ne sono addiritturra tre con tanto di cerimonia nuziale e rinfresco! http://murdertheywrote.blogspot.it/2012/01/le-20-regole-del-giallo-secondo-ss-van.html  

Si potrebbe dire che questo è  genericamente un romanzo, senza etichette, non un giallo o un poliziesco, un romanzo con all'interno tre omicidi e un'indagine per scoprirne il colpevole, e i personaggi sono così ben rappresentati che mi sorprende non sia ancora stato adattato per una nuova accattivante serie televisiva.


domenica 21 luglio 2013

Ruggiero Guarini - PARODIA - La Biblioteca Blu di Franco Maria Ricci 1973 - £ 2.000


Nell'elegante brossura che caratterizza i volumi della collana La Biblioteca Blu di  Franco Maria Ricci , è stato edito nel 1973 il primo grande romanzo erotico italiano, un tentativo di rompere il muro del suono dell'Oscenità per vedere cosa c'è dietro, del poliedrico Ruggiero Guarini (1931-2013), giornalista, vaticanista, scrittore, poeta, scomparso il mese scorso.

Intransigente polemista sempre fuori dal coro, Ruggiero Guerini, stupiva per i suoi fulminanti aforismi che colpivano i mostri sacri dei circoli letterari, facendone un intellettuale eretico sempre orgogliosamente contro.

Il romanzo si avvale di una divertita prefazione di Juan Rodolfo Wilcock (*) (1919-1978), argentino naturalizzato italiano, poeta, scrittore , critico letterario e traduttore, che così inizia:


I soli libri pornografici che io abbia mai letti sono quelli che leggevamo a scuola; non so chi ne fosse l'autore e penso che nessuno di noi si sarebbe sognato di supporre che avessero un autore. Erano prodotti di perfetto artigianato, e alla distanza del tempo, col decadere delle pretese, anche il buon artigianato si rivela arte.  
Non concedevano nulla all'inazione o alla memoria, il massimo che i personaggi si potessero permettere, come divagazione dal sesso, era scendere da un'automobile ed entrare in una stanza: dopo di che, non appena entrati, tiravano fuori la lingua o altri strumenti adatti e con dura tenerezza si avviavano al raggiungimento di qualche soddisfazione condivisa. (.......)
Evanescente creatura di mucose deperibili, il testo pornografico stenta come tale a esistere in più di una copia. Le Memorie di Fanny Hill raccontano le stesse cose, nell'ambito di una cultura più ordinaria o più povera, che raccontano i romanzi erotici cinesi. I libri di Sade finirono di uccidere, almeno in teoria, questo tipo di letture: ammucchiando genialmente nel tempo e nello spazio gli orgasmi, vennero a dimostrare se non altro quanto il loro resoconto potesse riuscire irrilevante e fastidioso, com'è sempre fastidiosa la follia. (.......)
 Parodia è un libro importante, che a tratti avrei preferito non leggere, perché descrive atti e pensieri che mi sconfortano; ma in molte pagine (l'evocazione intitolata "Acta nocturna", i giochi di Nicola) illumina gli stessi abominevoli personaggi di una luce poetica che si rispecchia sull'autore, questo prisma Guarini, solo in parte visibile. Al quale non si addice forse la presente Prefazione, essenso il suo un libro di tutt'altra specie, poco comune esempio di surrealismo napoletano.

Un' avvertenza precede l' Introduzione:


Al lettore

Limitate sono le combinazioni dei corpi,
illimitate quelle delle parole
alle cui risorse attinge Ruggiero Guarini.
In altri termini, più vaghi ma meno tortuosi,
Parodia è un'opera di letteratura.
Il lettore dia dunque colpa all'alfabeto
e ai dizionari attribuisca quei crimini
che non esistono nell'universo
innocente e silenzioso dei sensi.

 

L'incipit:

Comincio ad avvedermi dell'illusorietà di un equilibrio che solo grazie a un'ingenuità non più mia potrei forse definire il mio equilibrio. In realtà, lo spazio in cui si manifesta questo vacillamento non è più mio che del mondo in cui ciascuno (qualcuno) si ostina sempre a dire io, io, io. Continui pure il flemmatico Nicola ad affermare e confermar la sua fede nel rassicurante sostegno di una previa, infallibile armonia: il perseverante giovanotto è talmente catafratto e irrigidito nell'armatura delle sue certezze che neppure cercherò d'infastidirlo confidandogli il sospetto che la sua stabilità (ciò che lui stesso, almeno, percepisce come tale) possa non esser altro che l'irrilevante, ancorché tenace, sedimento di un'invisibile e ben più essenziale angoscia.

Irresistibile effetto comico (simile al dialogo tra Woody Allen e Diane Keaton in Amore e Guerra), la lunga schermaglia filosofica durante l'elegante colazione a casa Cerutti-Navelli del professore Nicola, precettore del marchesino Alberto, e suo padre il marchese, mentre la marchesa Maria Livia, approfittando della vicinanza con il professore, sotto la tavola armeggia con sfrenata lussuria.

 - La disputa - egli disse - fra teisti e panteisti mi è sempre parsa degna dell'esilarante paragone ideato da Schopenhauer per discreditare gli uni e gli altri. Quel delizioso misogino soleva dire, infatti, che la si potrebbe rappresentare mediante un dialogo che si svolgesse nella platea di un teatro: una parte del pubblico convinta di trovarsi in un teatro dei burattini, esalta l'arte con cui il burattinaio li ha fabbricati e ne governa adesso la recitazione; gli altri invece affermano di trovarsi alla Scala o al Quirino, che il regista e i suoi compagni stanno anch'essi recitando, nascosti nel corpo degli attori, e che anche l'autore del testo sta innegabilmente recitando..... Amico mio, non mi dite che siete anche voi uno di quei professori che per tutta la vita amoreggiano col panteismo come un frutto proibito che non hanno cuore di afferrare !
Mentre il marchese parlava, l'indice e il pollice di Maria Luisa si erano chiusi ad anello intorno alla testina rubiconda del mio trepignoir. Ma poi fui nuovamente abbandonato. La mia vicina aveva deciso di colpo di restituire la sua mano all'uso richiesto dalla circostanza: reggere la forchetta per infilzare e portare alla bocca le fettine di prosciutto e i cubetti di melone posati sul suo piatto ancora intatto.


Come sintetizza la quarta di copertina:
La maestria quasi offensiva dello stile, e l'ironico scintillio  di una cultura rara, fanno di Parodia il più insolente caso letterario di questi anni.



Per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza di Juan Rodolfo Wilcock, c'è un bel sito a lui dedicato:

http://www.wilcock.it/

e, naturalmente, Wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Juan_Rodolfo_Wilcock

giovedì 18 luglio 2013

Sui cataloghi editoriali






Per anni ho conservato cataloghi dei più disparati editori, da quelli importanti di livello nazionale a quelli piccoli, di nicchia,  specialistici, che venivano spediti per posta solo richiedendolo con un coupon ritagliato da qualche rivista, editori specializzati in testi marxisti e cataloghi remenders al 50 % di sconto su libri usciti dal circuito librario. Me ne sono disfatto qualche anno fa, per alleggerire il bagaglio cartaceo che ostacola la capacità di trasferimento, pentendomene subito dopo.

Dopo i cataloghi delle case editrici, le enumerazioni che più mi avvincono nel ramo carta stampata è l'elenco libri pubblicati nella stessa collana, sempre presente nelle ultime pagine delle edizioni economiche.

Mi piace scorrere quegli elenchi: un numero progressivo, il nome dell’autore, un titolo…. E la fantasia galoppa e il desiderio di possedere quel tale volume, conoscere, entrare in quelle storie, diventa irresistibile. Infatti, a conferma di questo, spesso, ho evidenziati a matita quei titoli che assolutamente desideravo acquistare. Magari poi mi è accaduto, dopo anni, di riaprire il volume su quell’elenco e chiedermi il perché di così strampalati interessi, peraltro mai soddisfatti. Tale è la natura mutevole dell’uomo, che ciò che oggi desidera non sempre regge alla prova del tempo.

Pensavo queste cose sfogliando le ultime pagine di un volume della collana La memoria dell’editore Sellerio. Il volume stampato nel 2010 recava l’incredibile numero progressivo 804, dodici facciate di nomi e titoli: dai classici agli autori più moderni, un panorama assolutamente eterogeneo e, per questo, irresistibile. 


Qualche esempio:


Urla senza suono. Graffiti e disegni dei prigionieri dell'Inquisizione a cura di  Giuseppe Pitre e Leonardo Sciascia; oppure Il grande dizionario di cucina di Alexandre Dumas; ancora Leonardo Sciascia scrittore editore ovvero La felicità di far libri: di Gian Carlo Fusco L'Italia al dente, Le rose del ventennio,Gli indesiderabili, La lunga marcia, e i Racconti americani di Annie Vivanti, ma anche Il ragionamento del principe di Biscari a Madana N.N. della storica Lidia Storoni Mazzolati.


E che dire di collane scomparse come la gloriosa BMM. Il volume che ho in mano in questo momento porta il n. 428 (Le quattro commedie gradevoli di B.Shaw), all'interno  della sovracortina bianca che lo protegge - possibile che non me ne sia mai accorto - c'è il piano completo della collana divisa in Classici, Arte Romanzi e Novelle, Scienza, Massime Pensieri Confessioni, Profili e Biografie, Teatro e Poesia, Tutte le Opere di Luigi Pirandello: Maschere Nude, Novelle per un anno, Tutti i Romanzi; mentre nelle ultime pagine del volume il suo bravo elenco delle opere pubblicate, così scopro, ma forse già lo sapevo, che il primo volume pubblicato della collana è Luis Bromfield Colorado e il prossimo, in preparazione: A.Panzini Viaggio con la giovane ebrea.


Ah, il fascino dei libri !





Philip Roth - IL COMPLOTTO CONTRO L'AMERICA - Einaudi Collana Super ET 2010 - € 12,90


Per quanto si possa essere contrari a classificare per generi le opere letterarie, bisogna riconoscere che questo sistema rappresenta un'utile semplificazione nella scelta di cosa leggere e cosa scartare; questo lavoro del 2004 di Philip Roth - per esempio - potrebbe essere definito, anziché di fantapolitica, un vero e proprio romanzo distopico, (distopia contrario di utopia) perché la società che vi si narra è sotto tutti i punti di vista indesiderabile, di più, angosciante il solo pensarla possibile.

L'ipotesi che è alla base del romanzo, fa leva sulla nota tendenza isolazionista di una parte dei cittadini americani, contrari negli anni '40 ad essere coinvolti ancora una volta in una guerra europea. Cosicché, nella finzione letteraria, è facile per Charles Lindbergh, l'eroe della trasvolata atlantica, l'Aquila Solitaria, con una pervasiva campagna elettorale, che promette la neutralità USA, vincere le elezioni presidenziali del 1941 contro Franklin Delano Roosevelt, che, al contrario, si presentava per il terzo mandato fermamente deciso a combattere a fianco di Francia, Inghilterra e URSS contro la Germania nazista.

La storia è vista attraverso gli occhi del piccolo Philip Roth, alter ego dell'autore, che assiste dalla piccola Newark nel New Jersey, all'interno di una famiglia medio borghese ebrea, agli sviluppi di questa paurosa avventura, che trasformerà la democratica America in un posto molto pericoloso per gli ebrei e, in prospettiva, per l'intera umanità, in quanto verrà a mancare l'impegno americano nella distruzione del nazi-fascismo. 

Ma l'interesse per il romanzo non è solo vedere lo sviluppo di questa spaventosa ipotesi, quanto seguire la vita quotidiana del piccolo Philip, e attraverso di lui quella dei genitori, delle loro paure, le surreali considerazioni di un bambino di otto anni che percepisce una realtà che non è in grado di comprendere in pieno. Leggendolo mi è venuto in mente quella  deliziosa commedia di Woody Allen del 1987, Radio Days, stesso periodo storico, famiglia ebrea, centralità della radio nella vita americana, la guerra e anche una zia un po' fuori di testa.

 http://www.youtube.com/watch?v=VCb6-Nz0Nkg


Comunque un romanzo che, attraverso le vicissitudini dei suoi protagonisti, riesce ad appassionare i suoi lettori, ma anche a farli riflettere su un dato incontestabile: la discriminazione razziale contro gli ebrei in america in quegli anni è qui solo una finzione letteraria, che un po'stride con la realtà di una discriminazione vera contro i neri che è durata ben oltre la Seconda Guerra Mondiale..











Vincenzo Cerami - LA LEPRE - Garzanti 1988 - £ 20.000



Per ricordare Vincento Cerami scomparso ieri,  mi piace proporre questo suo inconsueto romanzo, al limite tra il romanzo storico e il melodramma, tra il gotico e l'indagine giudiziaria, con un po' di picaresco, che  ricostruisce una storia nell'Italia del Seicento, flagellata ancora dalla peste e in cui fa la sua comparsa una nuova ondata epidemica: la sifilide.

Questo l'incipit:

Chi fosse Papa a quell'epoca non è importante saperlo. Un Sisto, un Gregorio, un Benedetto fanno lo stesso per la nostra storia, che è storia di gente periferica, abituata da sempre a confondere le leggi dei governanti coi decreti del destino.
Si tratta di avvenimenti documentati, veramente accaduti tra rovi polverosi, più a sud che si può, però sempre dentro lo Stato Pontificio. Seglietelo voi un Papa antico, purpureo e magari ponderoso, sia di mole che di lingua, roco, labruto e ciabattante. Che serva almeno a non vedere l'asfalto dove s'è terriccio e sasso selvatico o biciclette e camioncini al posto di calessi, carrette e cavalli bruti.
Dicevo, storia veracissima. Perché so che al lettore di bocca fina piace credere che niente esiste al di fuori di ciò che succede, e che le cose non successe sono parole che volano come mosche, chi le capisce?

Storia, ma anche favola, con al centro Bianca Maria, pura fin dal nome, enigmatica e verginale creatura contagiata e l'amore scandaloso con il protofisico Tommaso Nicola De Tommaso, che dirige il lazzaretto di S.Clemente  ove si svolgono i fatti narrati.

A me è piaciuto molto, e mi sento di consigliarlo a quei lettori che non amano letture prevedibili..

sabato 6 luglio 2013

SUI LIBRI POSTUMI

Non si erano ancora spente le doglianze per la morte di J.D.Salinger, che già filtrava la notizia della possibile esistenza di molti manoscritti pronti per essere editi. Per dire dell'interesse del pubblico per Salinger, e' recente la notizia della folle asta su e-bay per una copia pirata di Hapworth 16, 1924, tradotta senza autorizzazione da una rivista (The New Yorker) del 1965, e pubblicata in 2000 copie da un improvvisato editore, che è poi stato diffidato dal Tribunale a proseguire nella stampa dell'opera.

 http://www.booksblog.it/post/5872/asta-folle-per-una-copia-pirata-di-hapworth-16-1924-di-salinger#show_comments


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/Salinger-cresce-il-mistero-dei-15-manoscritti-inediti-custoditi-nella-cassaforte_4251434626.html



Dopo la morte di Nabokov, il figlio parlò dell'esistenza di un manoscritto, The Original of Laura, custodito in una banca svizzera!, che il padre avrebbe voluto fosse distrutto dopo la sua morte, ma tutto lascia supporre che, benché si tratti solo di una trentina di pagine, non rimarrammo inedite. E' difficile che gli eredi - che non sono mai interessati all'aspetto economico dell'operazione - non antepongano alla volontà dei defunti, il diritto del pubblico a conoscere ogni inedito dei loro celebri parenti!




http://www.booksblog.it/post/4716/in-arrivo-un-romanzo-inedito-di-vladimir-nabokov







 E' accaduto anche con Pasolini, nel 1992 con il postumo Petrolio, anche se qui ci troviamo di fronte ad una complessa imponente opera che avrebbe dovuto impegnarlo, secondo quanto dichiarato da Pasolini stesso, forse per il resto della sua vita.
Nulla di quanto ho fatto da quando sono nato, in confronto all'opera gigantesca che sto portando avanti: un grosso Romanzo di 2000 pagine. Sono arrivato a pagina 600, e non le dico di più per non compromettermi.


E' pleonastico discutere se sia lecito pubblicare dopo la morte dell'autore quanto ancora inedito, soprattutto se in presenza di contrarie disposizioni testamentarie. Ma sappiamo che spesso, e forse è un bene così, l'impazienza e la bramosia dei lettori coincide con l'avidità degli esecutori testamentari, così che tutto ciò che era destinato all'oblio, diventa di dominio pubblico, con buona pace del defunto, o a sua maggior gloria.



















giovedì 4 luglio 2013

Angelo Morino - QUANDO INTERNET NON C'ERA - Sellerio 2009 - € 13,00


Secondo me il titolo scelto per questo libro è commercialmente sbagliato, comunque fuorviante. Per quelli che non conoscono Angelo Morino (1950-2007), uno dei più apprezzati traduttore di scrittori ispano-americani, ma anche editore e professore universitario - che ci ha fatto conoscere e amare scrittori come Vargas Llosa, Manuel Puig, Osvaldo Soriano, il libro può far pensare ad una sorta di elogio del buon tempo antico. Niente di più sbagliato. 

Quando internet non c'era, trovato nel computer dell'autore dopo la sua prematura morte a soli 57 anni, è  la storia dell'inseguimento ad una sconosciuta scrittrice cilena, María Luisa Bombal (1910-1980)  durato  molti anni:


Quando mi ci imbatto per la prima volta, il nome di María Luisa Bombal non potrebbe essermi più estraneo. Però qualche domanda me la sollecita subito. Sono davanti all'occasione che aspettavo da tempo?  E' lei, María Luisa Bombal, la scrittrice da scoprire e da rivalutare? Ma, fin dal primo momento c'è dell'altro, quasi che uno dei due titoli citati mi muovesse qualcosa dentro. Il primo - La ùltima niebla - non ha motivo di colpirmi: passa dallo spgnolo all'italiano alla lettera in L'ultima nebbia. Venendo al secondo - La amortajada -, devo prendere un dizionario e consultarlo. Femminile del participio passato del verbo amortajar, che significa: "vestire e avvolgere la salma nel lenzuolo funebre (mortaja)" Volendo tradurlo in italiano, difficile trovare qualcosa di meglio di Avvolta nel sudario. Rispetto al titolo originale, vi rimane in secondo piano il senso di "avvolta nella morte". Determinato dalla parola mortaja (sudario), in cui per l'appunto si coglie, parola sotto parola, il suono della morte. Allora, certo, possibile sopratutto una cosa. Che il titolo di María Luisa Bombal mi richiami alla memoria una frase letta in questi mesi, con la sensazione di fare una scoperta. La frase secondo cui la letteratura sarebbe uno sconfinato cimitero di donne morte, sorelle, spose, spose-sorelle, madri-bambine.

Angelo Morino ha il dono della leggerezza e dell'ironia ed è attingendo a queste risorse che ci racconta di come questa ricerca, durata anni, lo abbia coinvolto, mentre viveva la sua vita accademica, prima a Torino come ricercatore, poi come professore associato a L'Aquila, quindi di nuovo a Torino, mescolando episodi anche dolorosi della sua vita alla gioia che procura ad un appassionato immergersi totalmente nella letteratura.
 E' in casa editrice che, per la prima volta, mi ritrovo fra le mani un libro di María Luisa Bombal. Riconosco subito il nome quando, per telefono Edda me ne pronuncia le due sillabe, con qualche incertezza. Questa mattina è toccato a lei passare nel nostro ufficio e, a sera, sta facendomi un resoconto delle novità. Fra queste, un libro arrivato con la posta di oggi. Sottile, neppure cento pagine stampate a caratteri grossi. Qualcuno ce l'ha spedito proponendone la pubblicazione in italiano. No, non è una persona nota che ce lo manda. Di nome la scrittrice fa Bombal e il titolo è una parola complicata. Ne deduco che sia La amortajada, quello che in italiano potrebbe essere tradotto con Avvolta nel sudario. Edda l'ha sfogliato e dice che, pur non conoscendo lo spagnolo, ne ha avuto l'impressione di una caramella alla violetta, troppo zuccherosa. Il giorno dopo, quando passo nell'ufficio della casa editrice, eccolo lì, sulla scrivania. Un libricino striminzito, vecchiotto già alla nascita nella sua rilegatura in tela color marrone chiaro, pubblicato a Santiago del Cile nel 1967.

In cima alla graduatoria delle mie preferenze, ci sono i libri che parlano di libri, che rimandano a libri non ancora letti, poi vengono quelli dove si parla di scrittori, conosciuti e  sconosciuti,  che accendono il desiderio di leggerne le opere: questo libro soddisfa entrambe le mie predilezioni, con in sottofondo la vicenda umana di Angelo Morino, condizionata dalla sua dichiarata omosessualità, che nell'Italia degli anni '70 qualche problema lo poneva.

Ma chi era questa misteriosa e sconosciuta scrittrice cilena? In un ricordo pubblicato nel 1977, María Luisa Bombal,  riferendosi al periodo 1933-1940 trascorso a Buenos Aires, confida:

Lasciai il Cile insieme a Neruda e alla sua moglie olandese Maruca Hagenaar. Eravamo molto amici. Vivevamo in un edificio in Calle Corrientes, che aveva una bellissima cucina, tutta bianca, con una luce splendida per scrivere e un tavolo molto comodo. Pablo e io ci contendevamo quella cucina per i nostri scritti. Con lui siamo stati amici fin da giovani, da adolescenti, era amico pure delle mie sorelle. Aveva molta fiducia in me. "Non lasciarti correggere mai da nessuno", mi diceva. Era il periodo che scrivevo L'ultima nebbia, che venne pubblicato grazie all'interessamento di Oliverio Girondo e di Norah Lange. Il libro è dedicato a loro. In quel tempo venivano presentate a Buenos Aires due opere teatrali di Federico García Lorca, Nozze di sangue e Yerma. Federico è l'uomo più vitale e affascinante che io abbia mai conosciuto. Cantava, suonava il pianoforte. Gli piaceva interpretarci secondo le note musicali e lo faceva genialmente, ci riconoscevamo tutti, E poi c'erano Alfonsina Storni, Conrado Nalé Roxlo, González Tuñón, Arturo Capdevilla, Gonzalo Losada e, ovviamente, Pablo. Quasi non ricordo tutti i nomi. Victoria Ocampo, che dirigeva la rivista "Sur"; Ramón Gómez de la Serna, e Luigi Pirandello, che pure lui presentava un'opera teatrale a Buenos Aires. Ah, poi il mio amico di sempre, Jorge Luis Borges.

Ce n'è abbastanza per rimanere affascinati dal personaggio, e seguire le vicende narrate da Angelo Morino come un avvincente thriller letterario.


Maria Luisa Bombal

 




























































































In questo sito è possibile leggere in originale uno dei  racconti più noti  di Maria Luisa Bombal La ùltima niebla



Trailer del film Bombal di Marcello Ferrari sulla vita di Marìa Luisa Bombal.

http://www.youtube.com/watch?v=FWlP_lMGWmE


Intervista a Marìa Luisa Bombal del 1972.

http://www.youtube.com/watch?v=2h8q5KHYOLg