martedì 1 novembre 2011

Oreste del Buono - DELITTI PER UN ANNO - Rizzoli 1975 - £ 3.500


La forte immagine di copertina, carica di ironia, è di John Alcorn, un graphic designer newyorkese stabilitosi negli anni '70 a Firenze, molto noto per aver lavorato per l'editoria, la pubblicità e il cinema, ricordiamo il manifesto per l'Amarcord di Fellini.

In questi venti brevi racconti noire, che Oreste del Buono dedica a Vittorio De Sica, il linguaggio è quello brusco della narrativa poliziesca americana, mentre l'ambientazione ruota nel mondo del cinema italiano. Storie atroci e struggenti, dove tutti i personaggi sono vittime e assassini.

Libro insolito, disperato per il panorama umano che rappresenta, dove non c'è spazio per la pietas.

Ma la maggior desolazione era quella della nudità. Mai la nudità è la nudità della prima volta, le prime esitazioni, i primi stupori, le prime incertezze non possono tornare con la stessa intensità, perché mai quanto si desidera risulta come lo si desiderava, l'amore, la conquista, la resa, la perdizione, e si passa da una delusione a un'altra, dalla speranza allo sceticismo, dall'attesa allo sconforto, e si comincia a sospettare che la speranza sia stata lo sbaglio, l'attesa sia stata l'errore, che a non andare sia stato proprio il desiderio in sé e per sé, così intenso da far soffrire. Soffrire chi? Soffrire perché? Soffrire che? Sul fatto che non la desiderava per niente, al punto in cui erano arrivati, lui non aveva dubbi, non il minimo, infimo dubbio, non la desiderava per niente. E niente ancora.

Non un libro leggero, di storie gialle, ma un libro duro, costruito con un linguaggio intenso, che si legge tutto d'un fiato.

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