Elias Canetti. Già definirne l'identità è impresa ardua: bulgaro, nazionalizzato inglese, di lingua tedesca, figlio di un ebreo sefardita di origine spagnola e di madre ebrea sefardita bulgara di origine italiana. Vissuto a Zurigo, Francoforte, Manchester, Parigi e Londra. Tanto basta per farne un cittadino del mondo, e uno degli ultimi esponenti della cultura mitteleuropea.
Nel 1981 gli accademici svedesi si ricordarono di Canetti e gli assegnarono il Premio Nobel per la Letteratura "per i suoi lavori caratterizzati da un'ampia prospettiva, ricchezza di idee e potere artistico".
L'autore di Massa e potere e Autodafé in questo quaderno di appunti (1973-1985) è particolarmente incisivo, aspro, tagliente e essenziale, ne consegue un vero esercizio di libertà, in grado di trasformare certezze acquisite in paradossi, senza alcun limite, anche contro se stesso:
Nel 1981 gli accademici svedesi si ricordarono di Canetti e gli assegnarono il Premio Nobel per la Letteratura "per i suoi lavori caratterizzati da un'ampia prospettiva, ricchezza di idee e potere artistico".
L'autore di Massa e potere e Autodafé in questo quaderno di appunti (1973-1985) è particolarmente incisivo, aspro, tagliente e essenziale, ne consegue un vero esercizio di libertà, in grado di trasformare certezze acquisite in paradossi, senza alcun limite, anche contro se stesso:
Chi obbedisce a se stesso soffoca non meno di chi obbedisce ad altri. Soltanto l'incoerente non soffoca, colui che si dà ordini ai quali si sottrae. Talvolta, in circostanze particolari, è giusto soffocare.Alcuni appunti sembrano destinati ad essere ampliati, altri sono caratteri in grado di definire un personaggio:
Una settimana di solitudine assoluta si alternava con una settimana tutta tra la gente. Fu così che imparò a odiare entrambe le cose: la gente e se stesso.Si potrebbe continuare così, citandolo, ma è più utile sfogliare direttamente il volume e leggerlo con calma, senza voler arrivare alla fine, lasciando vagare la fantasia intorno alle immagini che le parole suscitano, meditando su ogni frase.
Una storiografia secondo la quale i perdenti avessero sempre avuto ragione.
Venne il tempo in cui tutto ciò che egli era stato crollò in pezzi. Lui stava a guardare e batteva le mani.
Chi ha troppe parole non può che essere solo.
Bonificare la palude dell'autocompiacimento.
Uno che ha il dono di essere dimenticato da tutti.
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