In tutte le librerie casalinghe abbondano i libri di cucina, e la mia, naturalmente, non fa eccezione. Il primo libro di cucina che entrò in casa, nei lontani anni '60, è stato l'Artusi che conservo ancora gelosamente; lettura gradevole ricca di aneddoti gustosi, scritta con un linguaggio ricercato, aulico, utilizzabile per approfondire i cambiamenti avvenuti in cucina e a tavola in 121 anni, ma anche per riproporre piatti con il gusto dei nostri avi.
Questo che presento oggi è invece un libro che in casa abbiamo molto usato negli anni passati, sopratutto quando volevamo stupire gli amici con piatti non tanto ricercati quanto della cucina internazionale. Dalle ricette di questo libro ricavammo la nostra prima cena francese: Quiche Lorraine, soupe à l'oignon gratinèe, coq-au-vin e crèpe Susette. Le pagine di queste ricette, che poi sono entrate nell'uso comune, riportano tutti quei segni caratteristici della consuetudine, note, richiami, variazioni che testimoniano il ricorrente utilizzo.
Ma si sà, i capricci del nostro umore sono più bizzarri di quelli della fortuna e così anche questo libro, dopo il suo momento di gloria, passò nel dimenticatorio ed altri vennero a stuzzicare la nostra curiosità gastronomica.
Assolutamente consigliato a chi vuole sorprendere i propri ospiti con una accurata, elegante preparazione anche esotica, da tutto il mondo.
Questo che presento oggi è invece un libro che in casa abbiamo molto usato negli anni passati, sopratutto quando volevamo stupire gli amici con piatti non tanto ricercati quanto della cucina internazionale. Dalle ricette di questo libro ricavammo la nostra prima cena francese: Quiche Lorraine, soupe à l'oignon gratinèe, coq-au-vin e crèpe Susette. Le pagine di queste ricette, che poi sono entrate nell'uso comune, riportano tutti quei segni caratteristici della consuetudine, note, richiami, variazioni che testimoniano il ricorrente utilizzo.
Ma si sà, i capricci del nostro umore sono più bizzarri di quelli della fortuna e così anche questo libro, dopo il suo momento di gloria, passò nel dimenticatorio ed altri vennero a stuzzicare la nostra curiosità gastronomica.
Assolutamente consigliato a chi vuole sorprendere i propri ospiti con una accurata, elegante preparazione anche esotica, da tutto il mondo.
Anch'io avevo nella mia libreria la traduzione Mondadori del libro di Carrier, che, a differenza dell'Artusi, garantiva la perfetta esecuzione della ricetta scelta : preciso nelle dosi, nei tempi, nella descrizione, ma ... sono decenni che è fuori catalogo ed io posso far uso solo delle poche pagine sopravvissute ai tanti traslochi (troppo "deboli strutturalmente" gli Oscar Mondadori) Buona notte
RispondiEliminaLa descrizione del piatto di ossibuchi, pura poesia, vale il volume. È con me da una vita, aggiustato alla meglio con nastro adesivo. Ristampatelo per le nuove generazioni!
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