Quando si frequenta con una certa assiduità una libreria, avviene che qualcuno ti consigli una lettura, presumendo di conoscere i tuoi gusti e le tue sensibilità dai libri acquistati in precedenza. La libreria in questione era una piccola libreria tradizionale, vicino il mio ufficio, in Prati, gestita da una cortese signorina di mezz'età.
E' possibile che abbia acquistato il libro suggerito solo per gentilezza e riposto in libreria senza leggerlo, magari dopo averlo sfogliato, distrattamente, o anche iniziato a leggere, ma non trovando motivi di particolare interesse per finire la lettura, abbandonarlo tra Krishnamurti e Kundera.
Così, giorni fà capitatomi tra le mani, lo sfoglio e lo leggo velocemente, sono solo una novantina di pagine. E' una scrittura intensa, fantasiosa: qualcuno sembra l'abbia giudicato tra i migliori romanzi del novecento, mi sembra decisamente esagerato e poi non credo nelle hit parate, utili solo a chi vende.
L'autrice è ungherese, scappata dal suo paese nel 1956 durante l'occupazione sovietica, naturalizzata svizzera, scrive in francese.
E' possibile che abbia acquistato il libro suggerito solo per gentilezza e riposto in libreria senza leggerlo, magari dopo averlo sfogliato, distrattamente, o anche iniziato a leggere, ma non trovando motivi di particolare interesse per finire la lettura, abbandonarlo tra Krishnamurti e Kundera.
Così, giorni fà capitatomi tra le mani, lo sfoglio e lo leggo velocemente, sono solo una novantina di pagine. E' una scrittura intensa, fantasiosa: qualcuno sembra l'abbia giudicato tra i migliori romanzi del novecento, mi sembra decisamente esagerato e poi non credo nelle hit parate, utili solo a chi vende.
L'autrice è ungherese, scappata dal suo paese nel 1956 durante l'occupazione sovietica, naturalizzata svizzera, scrive in francese.
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