Questo libro fotografico di Renzo Ragazzini è uno dei più belli in assoluto che mi è capitato di sfogliare; qui forma e contenuto sembrano aver raggiunto il massimo della fusione. La forma è il suo stile inconfondibile: la scelta del taglio dell'inquadratura, della luce, la scelta dell'attimo da fissare; il contenuto: una umanità colta in luoghi diversi con l'antico problema del trasporto e del lavoro senza motore.
Così Ragazzini:
"Da quando ho cominciato a fare i primi viaggi nel terzo mondo, la fatica dell'uomo è stato l'elemento costante che più mi ha affascinato, tanto da diventare una delle principali chiavi di lettura di quella realta."
E ancora:
"Ho sempre assistito a questo spettacolo con un misto di curiosità, di pietà, di ammirazione, osservandolo come fosse un film del mio passato, di un modo antico durato centinaia di migliaia di anni: un film sulla fatica della specie umana per sopravvivere..."
"Alla fine di ogni viaggio, se dimenticavo i dettagli esotici, diversi tra loro per geografia e cultura, mi restava la sensazione generale di aver assistito ad una grande fatica. più o meno drammatica, a seconda dei casi, ma sempre tesa alla sopravvivenza , vissuta come legge di vita, una legge per la quale tutto doveva essere trasportato, sollevato, raccolto, macinato, impastato, senza l'aiuto di soluzioni esterne."
Così, nel breve testo che apre il volume, Goffredo Parise:
"Se noi guardiamo attentamente le fotografie contenute in questo libro ci accorgeremo con immenso stupore che le persone fisiche raffigurate, uomini, donne, vecchi e bambini sono tutti belli. Dico tutti, nessuno escluso, quale che sia la loro età. E' mai possibile? Ragazzini ha eseguito un reportage dopo tutto, non un lavoro di fotografo di studio, ha colto sempre dal vero e istantaneamente quello che gli capitava sott'occhio. E' vero che il suo procedimento stilistico personale è stato quello di illuminare secondo appunto il suo stile, in un certo modo paesaggi e persone, ma certamente non ha potuto sceglierle. Ha fotografato quello che c'era, niente di più. E quello che c'era, quello che le vie del mondo senza motore offrivano erano anatomie umane non soltanto belle ma dotate di stile."Le foto sono state scattate tutte con Hasselblad e con varie focali Distagon 50, Planar 100, Sonnar 150 e 250 e anche Biogon 38 della Super Wide. Pellicola Ektakrome. Per gli amanti della vera fotografia un volume da sfogliare con grandissimo piacere.
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