Non sono così impudente da tentare la recensione dell'imponente opera di Jorge Luis Borges, né di scrivere un saggio sulla sua poetica, né azzardare un'analisi dei temi ricorrenti nei suoi scritti in prosa. Questo post ha il solo scopo di invogliare alla lettura di questo grande autore. Se, ricorrendo all'abusato luogo comune, mi si chiedesse quale libro porterei nella fatidica isola deserta, non avrei alcun dubbio nell'indicare i due volumi dei Meridiani che Mondadori gli ha dedicato nel 1984.
Entrambi i volumi sono arricchiti da una lunga prefazione-biografia di Domenico Porzio, che ha incontrato piu volte Borges nel piccolo appartamento in calle Maipù a Buenos Aires, e ne descrive la vita semplice che il grande vecchio della letteratura vi conduceva e la sua grande amabilità.
Peccato che Porzio, a proposito dei versi Los ritmos rojos del 1921, evidenzi il solo aspetto ultraista di quelle poesie, omettendo di dire che quei versi erano un'apologia della Rivoluzione Russa, perché nel 1920 -come spiegò a suo tempo lo stesso Borges - essere comunista significava un'idea di fraternità fra tutti gli uomini, e la soppressione delle frontiere.
Questo appunto non è marginale se si considera le polemiche che scatenò nel mondo l'incontro tra il poeta e il dittatore argentino Videla, che costò a Borges quel premio Nobel che meritava e che il politically correct dell'Accademia svedese gli negò.
Questa che segue è la copia autografa di RUSIA che fa parte di Los ritmos rojos, trovata girando per i meandri di internet, dove notoriamente si trova di tutto.
Nel primo volume dei Meridiani, dopo l'Introduzione e la Cronologia, abbiamo: Fervor di Buenos Aires, Luna di fronte, Quaderno San Martin, Evaristo Carriego, Discussione, Storia universale dell'infamia, Storia dell'eternità, Finzioni, L'Aleph, Altre inquisizioni, L'artefice.
Il secondo volume contiene, dopo il seguito dell'Introduzione: L'altro, lo stesso; Per le sei corde, Il manoscritto di Brodie, L'oro delle tigri, Il libro di sabbia, La rosa profonda, Prologhi, La moneta di ferro, Storia della notte, Tigri azzurre, La cifra, Saggi danteschi, Atlante, Epilogo.
Ogni opera presente nei due volumi è preceduta da un Prologo, scritto per questa occasione, mentre in alcuni casi viene mantenuta anche la Prefazione apparsa in alcune edizioni precedenti. Già la lettura di questi preamboli, dove l'Autore spiega circostanze del testo, sono godibili per la loro serena semplicità, anche quando il testo e tutt'altro che semplice.
Fervor di Buenos Aires (1923) è preceduta da questa splendida avvertenza:
Come si fa a non amare questo poeta?
La particolarità delle opere di Borges - e motivo principale perché le porterei nella famosa isola deserta - è che possono essere lette in continuazione ed ogni volta è come se le letture precedenti non fossero bastanti; con la poesia è la norma, ma con i testi di prosa funziona solo in presenza di opere veramente rilevanti. e questi di Borges lo sono tutte, dall'unico romanzo Evaristo Carriego, a Finzioni alle incredibili Storie, le Altre inquisizioni ecc., tutte richiedono ulteriore lettura e ogni volta si scopre un aspetto che ce le rende sublimi.
Entrambi i volumi sono arricchiti da una lunga prefazione-biografia di Domenico Porzio, che ha incontrato piu volte Borges nel piccolo appartamento in calle Maipù a Buenos Aires, e ne descrive la vita semplice che il grande vecchio della letteratura vi conduceva e la sua grande amabilità.
Peccato che Porzio, a proposito dei versi Los ritmos rojos del 1921, evidenzi il solo aspetto ultraista di quelle poesie, omettendo di dire che quei versi erano un'apologia della Rivoluzione Russa, perché nel 1920 -come spiegò a suo tempo lo stesso Borges - essere comunista significava un'idea di fraternità fra tutti gli uomini, e la soppressione delle frontiere.
Questo appunto non è marginale se si considera le polemiche che scatenò nel mondo l'incontro tra il poeta e il dittatore argentino Videla, che costò a Borges quel premio Nobel che meritava e che il politically correct dell'Accademia svedese gli negò.
Questa che segue è la copia autografa di RUSIA che fa parte di Los ritmos rojos, trovata girando per i meandri di internet, dove notoriamente si trova di tutto.
Nel primo volume dei Meridiani, dopo l'Introduzione e la Cronologia, abbiamo: Fervor di Buenos Aires, Luna di fronte, Quaderno San Martin, Evaristo Carriego, Discussione, Storia universale dell'infamia, Storia dell'eternità, Finzioni, L'Aleph, Altre inquisizioni, L'artefice.
Il secondo volume contiene, dopo il seguito dell'Introduzione: L'altro, lo stesso; Per le sei corde, Il manoscritto di Brodie, L'oro delle tigri, Il libro di sabbia, La rosa profonda, Prologhi, La moneta di ferro, Storia della notte, Tigri azzurre, La cifra, Saggi danteschi, Atlante, Epilogo.
Ogni opera presente nei due volumi è preceduta da un Prologo, scritto per questa occasione, mentre in alcuni casi viene mantenuta anche la Prefazione apparsa in alcune edizioni precedenti. Già la lettura di questi preamboli, dove l'Autore spiega circostanze del testo, sono godibili per la loro serena semplicità, anche quando il testo e tutt'altro che semplice.
Fervor di Buenos Aires (1923) è preceduta da questa splendida avvertenza:
A chi mai leggerà
Se le pagine di questo libro consentono qualche verso felice, mi perdoni il lettore la scortesia di averle usurpate io, previamente. I nostri nulla differiscono di poco; è banale e fortuita la circostanza che sia tu il lettore di questi esercizi, ed io il loro estensore.
Come si fa a non amare questo poeta?
La particolarità delle opere di Borges - e motivo principale perché le porterei nella famosa isola deserta - è che possono essere lette in continuazione ed ogni volta è come se le letture precedenti non fossero bastanti; con la poesia è la norma, ma con i testi di prosa funziona solo in presenza di opere veramente rilevanti. e questi di Borges lo sono tutte, dall'unico romanzo Evaristo Carriego, a Finzioni alle incredibili Storie, le Altre inquisizioni ecc., tutte richiedono ulteriore lettura e ogni volta si scopre un aspetto che ce le rende sublimi.
Sottoscrivo.
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