Quando ho letto questo romanzo nel '65, di Graham Greene (1904-1991) avevo già letto qualche anno prima il suo capolavoro, Il potere e la gloria, un cupo romanzo forse poco adatto all'adolescente che ero all'epoca, con quel personaggio di prete in fuga, tormentato da rimorsi eterni, in una terra senza dio, alla ricerca di un possibile riscatto. Niente di più lontano dalle atmosfere solari di questa divertente spy story.
All'epoca, quando Il nostro agente all'Avana fu pubblicato in Italia nella collana Medusa nel 1959, ma anche più tardi nel 1965, quando uscì in questa nuova collana settimanale destinata da Mondadori alle edicole, nessuno sapeva né poteva immaginare che l'autore di successo di tante opere portate sullo schermo, lo scrittore cattolico come veniva banalmente definito dalla stampa, era stato una spia dell'M16 britannico, e che le numerose storie di spionaggio scritte e portate sullo schermo (oltre 20 film tratti dai suoi romanzi, tra cui Il terzo uomo) erano anche frutto dell'esperienza maturata sul campo.
Sembra cautelarsi mettendo le mani avanti, Graham Green quando, in apertura de Il nostro agente all'Avana, fa precedere al testo questa nota:
Sembra cautelarsi mettendo le mani avanti, Graham Green quando, in apertura de Il nostro agente all'Avana, fa precedere al testo questa nota:
Nel caso di un racconto immaginario come questo, che si svolge in un imprecisato periodo del futuro, sembra superfluo negare qualsiasi rapporto tra i mei personaggi reali. Ciononostante, desidero affermare che nesun personaggio si ispira a individui realmente esistenti, che a Cuba non esiste attualmente alcun ufficiale di polizia come il capitano Segura, e indubbiamente nessun ambasciatore inglese del tipo di quello da me descritto. Nè, io ritengo, il capo del servizio segreto può somigliare in alcun modo al mio mitico personaggio.
E' questo un romanzo saporitissimo: un mite rappresentante di aspirapolvere si trova coinvolto nel Servizio Segreto britannico, una satira divertente del mondo dello spionaggio, in un'Avana che già sente i prodromi della imminente rivoluzione castrista.
Nel 1960 Il nostro agente all'Avana fu portato sullo schermo (con Alec Guines, Maureen O'Hara) da Carol Reed, che dieci anni prima aveva ottenuto un grande successo con un'altra spy story di Graham Green, Il terzo uomo con Orson Welles, Joseph Cotten e Alida Valli.
Qui sotto la decisiva partita a dama con bottigliette di liquore, tra il pericoloso Capitano Segura e il novello spione, Mr. Wirmold.
http://www.youtube.com/watch?v=GlNbsOtBe4E&list=PLY7h5UbEEHtyoo9nvfy5pZs1FIOTS-eWB
Nel 1960 Il nostro agente all'Avana fu portato sullo schermo (con Alec Guines, Maureen O'Hara) da Carol Reed, che dieci anni prima aveva ottenuto un grande successo con un'altra spy story di Graham Green, Il terzo uomo con Orson Welles, Joseph Cotten e Alida Valli.
Qui sotto la decisiva partita a dama con bottigliette di liquore, tra il pericoloso Capitano Segura e il novello spione, Mr. Wirmold.
http://www.youtube.com/watch?v=GlNbsOtBe4E&list=PLY7h5UbEEHtyoo9nvfy5pZs1FIOTS-eWB
L'unica cosa che non funziona in questa edizione Oscar, anzi che non c'entra niente col romanzo, è la copertina illustrata, credo, dal grande Carlo Jacono, quello dei Gialli Mondadori, Urania e Segretissimo.
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