Abbandonare, momentaneamente, il genere storico con i suoi incubi, e passare alla lettura di Creature grandi & piccole di James Herriot, è come immergersi in un bagno ristoratore, una boccata di ossigeno spirituale, mi prende un gran senso di sollievo, di leggerezza, di pace interiore e di vero divertimento.
Siamo nell'Inghilterra e gli anni sono quelli della Grande Depressione anni '30, un paese austero, dove scarseggia il lavoro e il giovane James, appena laureato, si ritiene fortunato di essere accettato come assistente presso un veterinario nel Doles,Yorkshire, a quattro sterline la settimana, pensione completa.
Già dal titolo Herriot anticipa la sua visione francescana del mondo animale, a cui dedica tutta la vita, creauture appunto.
Il libro è articolato in brevi capitoli che sembrano prefigurare una sceneggiatura, pronta per essere portata sullo schermo, magari televisivo con una serie assolutamente nuova.
Herriot racconta la vita all'interno della vecchia casa di stile georgiano, dove vive ospite del veterinario titolare e del fratello di questi, un divertente personaggio un po' vittima del fratello maggiore e un po' scavezzacollo che ne combina di tutti i colori.. Seguiamo poi il giovane Herriot nelle visite ai suoi malati presso le fattorie della contea: mucche, cavalli, pecore, maiali; i casi sono i più disparati, a volte con esiti divertenti e a lieto fine, a volte con risultati dolorosi, ma in entrambi la grande umanità di Herriot si manifesta con una prosa pacata, scorrevole e rilassante.
La grande capacità narrativa di Herriot si esprime anche nella descrizione degli ameni paesaggi dello Yorkshire e nei ritratti dei suoi rudi abitanti.
In Storie di gatti Herriot, dopo cinquant'anni di professione è un pensionato e rievoca nei dieci capitoli che compongono il libro, dieci storie con altratanti protagonisti gatti: storie divertenti, umanissime e dolorose, come sa bene chi nella vita ha scelto di avere dei gatti!
Finito di leggere accade, come per i grandi romanzi, di sentire una sorta di vuoto, una nostalgia per gli ambienti descritti, i personaggi incontrati: grazie Herriot per le belle storie che ci hai raccontato.
Già dal titolo Herriot anticipa la sua visione francescana del mondo animale, a cui dedica tutta la vita, creauture appunto.
Il libro è articolato in brevi capitoli che sembrano prefigurare una sceneggiatura, pronta per essere portata sullo schermo, magari televisivo con una serie assolutamente nuova.
Herriot racconta la vita all'interno della vecchia casa di stile georgiano, dove vive ospite del veterinario titolare e del fratello di questi, un divertente personaggio un po' vittima del fratello maggiore e un po' scavezzacollo che ne combina di tutti i colori.. Seguiamo poi il giovane Herriot nelle visite ai suoi malati presso le fattorie della contea: mucche, cavalli, pecore, maiali; i casi sono i più disparati, a volte con esiti divertenti e a lieto fine, a volte con risultati dolorosi, ma in entrambi la grande umanità di Herriot si manifesta con una prosa pacata, scorrevole e rilassante.
La grande capacità narrativa di Herriot si esprime anche nella descrizione degli ameni paesaggi dello Yorkshire e nei ritratti dei suoi rudi abitanti.
In Storie di gatti Herriot, dopo cinquant'anni di professione è un pensionato e rievoca nei dieci capitoli che compongono il libro, dieci storie con altratanti protagonisti gatti: storie divertenti, umanissime e dolorose, come sa bene chi nella vita ha scelto di avere dei gatti!
I gatti hanno sempre avuto una parte di primo piano nella mia vita, quand'ero ragazzo a Glasgow, poi nell'esercizio della professione di veterinario, e ora che sono in pensione, eccoli li a illuminare i miei giorni. Sono stati una delle ragioni per cui ho scelto la mia carriera, la loro grazia ed eleganza innate me li rendevano cari.
Finito di leggere accade, come per i grandi romanzi, di sentire una sorta di vuoto, una nostalgia per gli ambienti descritti, i personaggi incontrati: grazie Herriot per le belle storie che ci hai raccontato.
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