La polemica sulla TAV e sui pericoli che potrebbero derivare dalla perforazione della montagna, per la presenza nella zona di amianto, mi ha rammentato uno dei 21 racconti di Il sistema periodico di Primo Levi: Nichel, inserito in questo bel volume della serie ET BIblioteca, Einaudi, al modico prezzo di €16,80 per 916 pagg.
Levi racconta come, da poco laureato con 110 e lode in chimica, non trovando lavoro per ragioni raziali, siamo nella Torino del 1941, ricevesse la visita di un giovane uffiale che gli offrì un lavoro in una miniera col compito di portare avanti degli esperimenti per ricavare, dagli scarti dell'estrazione dell'amianto, del Nichel.
Racconta Levi:
C'era amianto dappertutto, come una neve cenerina: se si lasciava per qualche ora un libro su di un tavolo, e poi lo si toglieva, se ne trovava il profilo in negativo; i tetti erano coperti da uno spesso strato di polverino, che nei giorni di pioggia si imbeveva come una spugna, e ad un tratto franava violentemente a terra.
Dunque, le riserve del movimento NO-TAV hanno un qualche fondamento perché in quella zona era presente una miniera di amianto, che ha estratto per anni il pericoloso elemento, con sistemi primitivi di frantumazione delle rocce.
Ma TAV e amianto a parte, la lettura di questo fantastico libro è una gioia che si rinnova ogni volta che ne sfoglio le oltre novecento pagine: invenzioni continue di situazioni e personaggi fantastici.
L'autore mettendo a frutto la sua conoscenza in campi apparentemente eterogenei: chimica, biologia, etnologia, filosofia, propone una sua visione del mondo attraverso l'individuazione di errori commessi da alcuni uomini. Levi dichiara di dare forma narrativa ad una intuizione, alla percezione di una smagliatura nel mondo in cui viviamo, di una falla, di un vizio di forma che vanifica ogni altro aspetto della nostra civiltà e del nostro universo morale. Di questa percezione di questo vizio di forma, troviamo traccia in alcuni inquietanti versi di Montale (I limoni)
Ma TAV e amianto a parte, la lettura di questo fantastico libro è una gioia che si rinnova ogni volta che ne sfoglio le oltre novecento pagine: invenzioni continue di situazioni e personaggi fantastici.
L'autore mettendo a frutto la sua conoscenza in campi apparentemente eterogenei: chimica, biologia, etnologia, filosofia, propone una sua visione del mondo attraverso l'individuazione di errori commessi da alcuni uomini. Levi dichiara di dare forma narrativa ad una intuizione, alla percezione di una smagliatura nel mondo in cui viviamo, di una falla, di un vizio di forma che vanifica ogni altro aspetto della nostra civiltà e del nostro universo morale. Di questa percezione di questo vizio di forma, troviamo traccia in alcuni inquietanti versi di Montale (I limoni)
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicinea tradire il loro ultimo segretotalora ci si aspettadi scoprire uno sbaglio di Natura,il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,il filo da disbrogliare che finalmente ci mettanel mezzo di una verità
In questo volume si intrecciano storie autobiografiche ambientate nel Lager, racconti fantastici, racconti di atmosfera onirico-kafkiana, racconti di animali costruiti come apologhi morali, in tutti ritroviamo la semplicità tranquilla e straziata dell'autore, la sua arte inimitabile di raccontarle in modo brioso e vivace, ora ironico, ora grottesco e perfino divertente e comico.
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