Chi li ricorda più i "Colonnelli" e la lotta durissima che i democratici greci sostennero contro la dittatura, pagando con la vita, la tortura, duri anni di carcere. Tutta l'intellighenzia greca, nel paese e in esilio, in lotta contro una giunta militare fascista, con ramificazioni in tutta Europa, Italia compresa.
Un simbolo della lotta contro la dittatura dei colonnelli greci è stato Alekos Panagulis, ingegnere elettronico, poeta, ufficiale dell'esercito; dopo il colpo di stato militare diserta dall'esercito per le sue convinzioni democratiche. Imprigionato per un fallito attentato al dittatore Papadopulos e condannato a morte, viene torturato, tenta di evadere più volte e infine rinchiuso in una cella seminterrata due metri per tre, "la tomba", dove vivrà per tre anni e mezzo. Infine liberato per una amnistia, ma sopratutto per le pressioni di intellettuali e democratici di tutto il mondo
Una volta liberato conosce la giornalista Oriana Fallaci, che doventerà la compagna della sua vita, e si trasferisce in Toscana, in casa della scrittrice, dove vivrà forse il periodo più sereno della sua vita.
Ma il fato aveva in serbo altri progetti. Nel 1974 la giunta militare in Grecia cede il potere e vengono indette libere elezioni. Panagulis vi partecipa e viene eletto deputato. Come membro del nuovo Parlamento dedica la sua attività in un tentativo di epurazione tra quanti, nel mondo politico e nel paese, collaborarono con la dittatura. Una presenza scomoda per tutti, per chi ha collaborato e per chi vuole stendere un velo pietoso sulle responsabilità passate.
Il 1° maggio del 1976 Alekos Panagulis rimane vittima di uno oscuro incidente d'auto e muore a soli 37 anni. Incidente sicuramente provocato dallo speronamento di due auto di grossa cilindrata, come appureranno periti italiani.
Ma il fato aveva in serbo altri progetti. Nel 1974 la giunta militare in Grecia cede il potere e vengono indette libere elezioni. Panagulis vi partecipa e viene eletto deputato. Come membro del nuovo Parlamento dedica la sua attività in un tentativo di epurazione tra quanti, nel mondo politico e nel paese, collaborarono con la dittatura. Una presenza scomoda per tutti, per chi ha collaborato e per chi vuole stendere un velo pietoso sulle responsabilità passate.
Il 1° maggio del 1976 Alekos Panagulis rimane vittima di uno oscuro incidente d'auto e muore a soli 37 anni. Incidente sicuramente provocato dallo speronamento di due auto di grossa cilindrata, come appureranno periti italiani.
La storia dei suoi funerali, la più grande manifestazione di popolo della storia greca, è raccontato nel Prologo del libro della Fallaci, con una intensità tale che, rileggendolo dopo tanti anni, ancora mi commuove fino alle lacrime.
"Un libro sulla solitudine dell'individuo, che rifiuta d'essere catalogato, schematizzato, incasellato dalle mode, dalle ideologie, dalla società dal Potere".
"Un libro sulla tragedia del poeta che non vuole essere e non è uomo-massa, strumento di coloro che comandano, di coloro che promettono, di coloro che spaventano; siano essi a destra o a sinistra o al centro o all'estrema destra o all'estrema sinistra o all'estremo centro".
"Un libro sull'eroe che si batte da solo per la libertà e per la verità, senza arrendersi mai, e per questo muore ucciso da tutti, dai padroni e dai servi, dai violenti e dagli indifferenti".
(Da un'intervista ad Oriana Fallaci)"Un libro sull'eroe che si batte da solo per la libertà e per la verità, senza arrendersi mai, e per questo muore ucciso da tutti, dai padroni e dai servi, dai violenti e dagli indifferenti".
Non ho condiviso le ultime cose scritte da Oriana Fallaci e considero UN UOMO la sua opera migliore.
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