Nel dicembre del 1970 esce per Milano Libri Edizioni il primo numero di questa rivista culturale diretta da Franco Quadri e con una Redazione di tutto rispetto, ne fanno parte, tra gli altri, Corrado Augias, Alberto Boatto, Oreste del Buono, Gianni Buttafava, Fernanda Pivano, Gianni Rondolino, Crepax, Roland Topor, Copi, Aldo Rostagno, Gianfranco Mantegna e tanti altri importanti professionisti.
Il titolo della rivista è un chiaro riferimento alla piéce grottesca di Alfred Jarry Ubu roi, un'opera del 1896 che per linguaggio, personaggi e sitazioni è considerata precorritrice del movimento surrealista e del teatro dell'assurdo.
A differenza di tutte le riviste che aprono con un editoriale, dove spiegano le loro finalità, UBU dice subito chiaramente cosa non è, e lo fa con questo piccolo inserto:
- Calendario dell'underground e della rabbia
- New America Cinema anno 70
- Il mezzo è il videotape
- Manifesto per un teatro simultaneo
- Un teatro di sciopero
- Una favola del Bread and Puppet Theatre
- Il Living sceglie l'azione
- Rivoluzione è teatro per la strada
- Esempi di teatro di guerriglia
- In scena il processo di Chicago
- Situazione teatro off off
- Yippie Party Manifesto
- Dichiarazione di indipendenza di Timoty Leary
- Dichiarazione di guerra alla Pig Amerika del Weatherman Underground
- La rivoluzione culturale in Amerika
- Hellotrope: programma di corsi di anti-università
- "Comics and stories" di Crumb
- Pop - Rock Story
- Feiffer
- Il quinto stato
- Remember ecology !!!
- Glossario minimo della controcultura in Italia
- Lebel - Scabia: scontro e contraddizione
- Film e spettacoli del mese
- "U" di Crepaz
Nota davvero a margine: mi fa piacere rileggere l'espressione "contro-informazione".
RispondiEliminaE mi fa sorridere il mio candore di trenta e più anni fa quando - nel corso di quelle dirette telefoniche che animavano le notti delle prime radio libere (ricordate?) - dissi con grande enfasi e ferma convinzione "è chiaro che l'essenza di una radio libera è la contro-informazione".
Ah, beata ingenuità dei vent'anni.
Oggi ho l'impressione che "il sistema" (altra espressione topica di quegli anni) sia diventato talmente pervasivo da assimilare, fagocitare e magari rendere "prodotto" anche la "contro-informazione".
Giovanni Capozzi
Si, il sistema ha fagocitato tutto, insieme alle magliette del Che!
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