sabato 10 novembre 2012

Juan Rulfo - PEDRO PÁRAMO - Einaudi 2011 - Traduzione Paolo Collo - € 12,50



Ci sono autori la cui importanza è inversamente proporzionata al numero delle opere pubblicate. Prendiamo ad esempio Sherwood Anderson. Con il suo Winesburg, Ohio, (Racconti dell'Ohio, in italiano) ha influenzato una generazione di scrittori da Emingway a Faulkner, da Steinbeck a Wolfe, ad altri ancora.

Analogamente, Juan Rulfo (1917-1986) considerato il maggiore scrittore messicano del novecento, ha pubblicato  in vita solo due romanzi,  La pianura in fiamme (1953) e questo Pedro Pàramo (1955), ma ha orientato con la sua scrittura una schiera di narratori che, con l'ostinata abitudine occidentale di etichettare tutto, abbiamo definito del realismo magico.

In terza di copertina, Gabriel Garcia Marquez così racconta il suo incontro con questo incredibile romanzo:
Álvaro Mutis salì a grandi falcate i sette piani di casa mia con un pacco di libri, separò dal mucchio il più piccolo e mi disse ridendo forte: "Leggi questa sciocchezza, cazzo, e impara!" Era Pedro Pàramo. Quella notte non riuscii a dormire prima di aver finito di leggerlo per la seconda volta.


La singolarità di questo romanzo che lo rende così particolare, è dato dalla  sistematica violazione della cronologia temporale, come se passato e presente fossero amalgamati inestricabilmente.

Così inizia il romanzo:


Venni a Comala perché mi avevano detto che mio padre, un tal Pedro Pàramo, abitava qui. Me lo disse mia madre. E io le avevo promesso che sarei venuto a trovarlo quando lei fosse morta. Le avevo stretto le mani per farle capire che l'avrei fatto; lei aveva deciso di morire e io di prometterle qualsiasi cosa. "Non mancare di fargli visita, - mi raccomandò. - Si chiama così e cosà. Sono sicura che gli farà piacere conoscerti". Per cui non potei far altra cosa che dirle che l'avrei fatto, glielo assicurai e continuai a dirglielo anche dopo che alle mie mani costò fatica liberarsi dalle sue mani morte.
Il viaggio onirico di Juan Precìado alla ricerca del padre, ricostruisce il paese Comala - una Macondo ante litteram - con i suoi abitanti che vivono o muoiono in un tempo circolare, dove presente e passato sembrano coincidere.

Infatti, la chiave di lettura si trovi qualche riga più avanti, quando aggiunge:

Ma non pensai a mantenere la promessa. Fino a ora, quando cominciai a sognare, a far volare le illusioni. E in questo modo prese forma un mondo intorno all'aspettativa rappresentata da quel signore chiamato Pedro Pàramo, il marito di mia madre. Per questo venni a Comala.

Devo un ringraziamento veramente speciale  all'amica Elisabeth San Juan-San Juan che mi ha fatto conoscere questo autore, suo connazionale, facendomi  dono di quest'opera geniale, edita dalla Fondaciòn Juan Rulfo,  che per una maggiore comprensione ho integrato con l'ultima traduzione italiana (ne esistono ben tre di traduzioni italiane!), questa per  Einaudi di Paolo Collo.



Interessanti le 40 copertine delle traduzioni dell'opera di Rulfo in tutto il mondo:



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