giovedì 10 gennaio 2013

Edmondo De Amicis - CUORE - Garzanti 1951 - £ 550

                        


Questo libro in brossura, tenuto assieme alla meglio con una striscia di adesivo trasparente, mi è particolarmente caro perché mi è stato regalato da mia madre nel 1953, quando avevo 14 anni. Nel foglio di guardia vi è la dedica che mia madre scrisse con l'augurio che la  lettura potesse rendermi sempre migliore. 

Sul verso del frontespizio, dove si indica la proprietà letteraria, una annotazione dell'editore ricorda che: "Ogni esemplare di quest'opera che non rechi la firma del figlio dell'Autore deve ritenersi contraffatto". Infatti sotto vi è la firma a timbro di Ugo De Amicis

Edmondo De Amicis (1846-1908) dopo l'Accademia di Modena diventò ufficiale e partecipò alla Battaglia di Custoza, nel 1867 lasciò l'esercito e diventò giornalista e inviato di guerra per conto del Ministero, in seguito fu inviato di guerra del giornale La Nazione di Firenze, dove si era nel frattempo trasferito. Come giornalista assistette alla presa di Roma nel 1870.

La prima edizione del Cuore si ebbe nel 1886 presso l'editore Treves è fu subito un grande successo letterario che in pochi mesi superarono le quaranta edizioni e  decine di traduzioni in altre lingue.

Il libro è costruito come la finzione letteraria di un diario tenuto da un alunno di terza elementare, e così lo presenta De Amicis in una sorta di prefazione:


Questo libro è particolarmente dedicato ai ragazzi delle scuole elementari, i quali sono tra i nove e i tredici anni, e si potrebbe intitolare: Storia d'un anno scolastico, scritta da un alunno di terza d'una scuola municipale d'Italia - Dicendo scritta da un alunno di terza, non voglio dire che l'abbia scritta propriamente lui, tal qual è stampata. Egli notava man mano in un quaderno, come sapeva, quello che aveva visto, sentito, pensato, nella scuola e fuori; e suo padre, in fin d'anno scrisse queste pagine su quelle note, studiandosi di non alterare il pensiero, e di conservare, quanto fosse possibile, le parole del figliolo. Il quale poi, quattro anni dopo, essendo già al Ginnasio, rilesse il manoscritto e v'aggiunse qualcosa di suo, valendosi della memoria ancor fresca delle persone e delle cose. Ora leggete questo libro, ragazzi: io spero che ne sarete contenti e che vi farà del bene.

La suddivisione in capitoli segue i mesi dell'anno scolastico: inizia a ottobre e finisce a luglio, all'interno di ogni mese ci sono delle lettere che il padre e la madre periodicamente scrivono a Enrico - l'io narrante del libro - per raccomandare, esortare, rimproverare: esercitare, insomma, quella fondamentale attività educativa  che i  genitori sono chiamati a svolgere.

Ci sono poi le letture mensili, che i ragazzi fanno e commentano, si tratta di racconti che si possono definire edificanti, che esaltano le virtù del coraggio, dell'altruismo, della generosità, dell'amor patrio: Dall'Appennini alle Ande, Sangue romagnolo, La piccola vedetta lombarda eccetera.

Martedì 29 novembre, scrive la madre a Enrico:
Dare la vita per il proprio paese, come il ragazzo lombardo, è una grande virtù; ma tu non trascurare le virtù piccole, figliolo. Questa mattina, camminando davanti a me quando tornavamo da scuola, passasti accanto a una povera, che teneva fra le ginocchia un bambino stentino e smorto, e che ti domandò l'elemosina. Tu la guardasti e non le desti nulla, e pure ci avevi dei soldi in tasca. Senti, figliolo, non abbituartti a passare indifferente davanti alla miseria che tende la mano, e tanto meno davanti a una madre che chiede un soldo per il suo bambino. Pensa che forse quel bambino aveva fame,pensa allo strazio di quella povera donna. Te lo immagi il singhiozzo disperato di tua madre, quando un giorno ti dovesse dire: - Enrico, oggi non posso darti nemmeno il pane? - Quand'io do un soldo a un mendico, ed egli mi dice: - Dio conservi la salute a lei e alle sue creature - tu non puoi immaginare la dolcezza che mi danno al cuore quelle parole, la gratitudine che sento per quel povero. Mi par davvero che quel buon augurio debba conservarci in buona salute per molto tempo, e ritorno a casa contenta, e penso: "Oh! quewl povero m'ha reso assai più di quanto gli ho dato!". Ebbene, fa' ch'io senta qualche volta quel buon augurio provocato, meritato da te; togli tratto tratto un soldo alla tua piccola borsa per lasciarlo cadere nella mano d'un vecchio senza sostegno, d'una madre senza pane, d'un bimbo senza madre. I poveri amano l'elemosina dei ragazzi perché non li umilia, e perché i ragazzi, che han bisogno di tutti, somigliano a loro: vedi che ce n'è sempre intorno alle scuole, dei poveri. L'elemosina di un uomo è un atto di carità; ma quella di un fanciullo è insieme un atto di caritàe una carezza; capisci? E' come se dalla tua mano cadessero insieme un soldo e un fiore. Pensa che a te non manca nulla, ma che a loro manca tutto; che mentre tu vuoi essere felice, a loro basta di non morire. Pensa che è un orrore che in mezzo a tanti palazzi, per le vie dove passano carrozze e bambini vestiti di velluto, ci siano delle donne, dei bimbi che non hanno da mangiare. Non aver da mangiare, Dio mio! Dei ragazzi come te, buoni come te, intelligenti come te, che in mezzo a una grande città non han da mangiare, come belve perdute in un deserto! Oh, mai più, Enrico, non passare mai più davanti a una madre che mendica senza metterle un soldo nella mano!
                                                                                                           Tua madre


Nelle lettere che il padre scrive sul diario di Enrico, e nei racconti mensili che i ragazzi leggono, c'è la storia del nostro paese in un preciso momento storico, quando l'unità d'Italia era ancora una pagina fresca d'inchiostro e l'entusiasmo e le speranze non ancora disilluse.

Nonostante il libro esalti quelle virtù che sono tanta parte della cultura cattolica: modestia, carità, altruismo, fedeltà, valore della famiglia eccetera, non vi è alcun riferimento alla Chiesa, né alle feste religiose come il Natale e la Pasqua, e per questo il libro Cuore fu aspramente criticato  dai cattolici.

In seguito De Amicis, amico di Filippo Turati,  aderì al partito socialista e collaborò ai giornali Critica sociale e Lotta di classe.

Questi sono i racconti mensili,  otto come i mesi di scuola, e si presentano con un diverso carattere tipografico rispetto a quello usato per il diario di Enrico, mentre  le lettere dei genitori sono in corsivo:
  1. Il piccolo patriota padovano
  2. La piccola vedetta lombarda
  3. Il piccolo scrivano fiorentino
  4. Il tamburino sardo
  5. L'infermiere di Tata
  6. Sangue romagnoloValor civile
  7. Dagli Appennini alle Ande
  8. Naufragio

Non so se l'augurio espresso  da mia madre si sia realizzato, se la lettura edificante abbia in qualche modo influito sull'uomo che poi sono diventato, certo alcuni principi sono passati e fanno da sempre parte del mio essere; tuttavia ancora oggi il mondo semplice raccontato in questo romanzo per ragazzi, continua a commuovermi. Ma forse dipende semplicemente dal fatto che invecchiando ci si rincitrullisce.

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