E' bene ogni tanto ripeterlo: questo non è un blog di critica letteraria. Chi scrive non possiede gli strumenti linguistici per farlo, può solo fornire alcune impressioni, quelle che ogni attento lettore è in grado di dare, e qualche insolita proposta di lettura.
Come questo Baglio Lo Nigro dell'esordiente Luigi Accardi, per ilmiolibro.it., distribuito da Feltrinelli.
E' il racconto lineare del figlio di un contadino, in una picola realtà siciliana, che con lo studio e la tenacia risale la scala sociale ed economica, affermandosi come enologo e agronomo, dedicandosi alla realizzazione di un prestigioso Marsala vergine e, a coronamento di tanto impegno, legandosi con il matrimonio alla più prestigiosa famiglia del paese.
L'argomento del riscatto sociale è forte e impegnativo, vi si sono cimentati tutti i più grandi della letteratura.
Nel caso di Baglio Lo Niglio (a proposito il bagghiu è una masseria con un cortile interno e locali per i dipendenti), Accardi usa non a caso un linguaggio semplice, più simile al racconto orale che scritto, più adatto alla favola che al romanzo. E di una favola si tratta, favola siciliana avrebbe dovuto essere il sottotitolo e non romanzo siciliano.
Sarà l'innato ottimismo, la visione positiva della vita, a suggerire a Luigi Accardi di sviluppare un racconto complesso, in una realtà anche difficile come quella siciliana, con personaggi così positivi, tutti tesi al bene non solo individuale, ma comune. Persino l'accesso alla politica, che la cronaca ci rappresenta nel modo che vediamo tutti i giorni, nel romanzo di Accardi è invece impegno per migliorare concretamente la vita dei cittadini.
Baglio Lo Nigro , insomma, non è un racconto realista, non vi si riconosce un contesto reale e se non temessimo di spingerci troppo avanti, potremmo ricordare che, secondo Platone, i generi letterari che più si avvicinano alla perfezione, sono quelli che non rappresentano la realtà ma la realtà come dovrebbe essere.
Come questo Baglio Lo Nigro dell'esordiente Luigi Accardi, per ilmiolibro.it., distribuito da Feltrinelli.
E' il racconto lineare del figlio di un contadino, in una picola realtà siciliana, che con lo studio e la tenacia risale la scala sociale ed economica, affermandosi come enologo e agronomo, dedicandosi alla realizzazione di un prestigioso Marsala vergine e, a coronamento di tanto impegno, legandosi con il matrimonio alla più prestigiosa famiglia del paese.
L'argomento del riscatto sociale è forte e impegnativo, vi si sono cimentati tutti i più grandi della letteratura.
Nel caso di Baglio Lo Niglio (a proposito il bagghiu è una masseria con un cortile interno e locali per i dipendenti), Accardi usa non a caso un linguaggio semplice, più simile al racconto orale che scritto, più adatto alla favola che al romanzo. E di una favola si tratta, favola siciliana avrebbe dovuto essere il sottotitolo e non romanzo siciliano.
Sarà l'innato ottimismo, la visione positiva della vita, a suggerire a Luigi Accardi di sviluppare un racconto complesso, in una realtà anche difficile come quella siciliana, con personaggi così positivi, tutti tesi al bene non solo individuale, ma comune. Persino l'accesso alla politica, che la cronaca ci rappresenta nel modo che vediamo tutti i giorni, nel romanzo di Accardi è invece impegno per migliorare concretamente la vita dei cittadini.
Baglio Lo Nigro , insomma, non è un racconto realista, non vi si riconosce un contesto reale e se non temessimo di spingerci troppo avanti, potremmo ricordare che, secondo Platone, i generi letterari che più si avvicinano alla perfezione, sono quelli che non rappresentano la realtà ma la realtà come dovrebbe essere.
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