Un’amica intelligente e curiosa, sempre alla ricerca di letture sfiziose
mi ha fatto dono di un libricino davvero interessante edito da “il Mulino”, Allegro ma non troppo contenente due
saggi di uno storico dell’economia Carlo M. Cipolla (1922-2000), dove si tratta con
leggerezza e ironia di “Il ruolo delle
spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo” e
“Le leggi fondamentali della stupidità
umana”.
L'autore, che nella sua lunga carriera universitaria ha insegnato storia dell'economia a Venezia, Torino, Pavia, Normale Superiore di Pisa e Berkley in California, ha una bibliografia di testi accademici troppo vasta per essere qui riprodotta. Un suo studio sul rapporto tra popolazioni e disponibilità energetiche "The Economic History of World Population" del 1962 (edizione italiana Uomini,tecniche,economie - Feltrinelli, 1978) gli valse la fama internazionale.
Ciò che colpisce scorrendo la lunga bibliografia di questo insigne storico, è l'originale angolo visuale dal quale analizza cause ed effetti dello sviluppo economico: tecnologia, alfabetizzazione, ma anche le conseguenze socio-economiche delle grandi epidemie in Europa.
Dal primo saggio, Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo, apprendo che una possibile causa della fine dell'Impero Romano sia da addebitare al progressivo avvelenamento da piombo della classe aristocratica romana.
Non anticipo altro di questo delizioso libro di storia per non togliere al possibile lettore il piacere della scoperta, che è sempre logica ma sorprendente.
L'autore, che nella sua lunga carriera universitaria ha insegnato storia dell'economia a Venezia, Torino, Pavia, Normale Superiore di Pisa e Berkley in California, ha una bibliografia di testi accademici troppo vasta per essere qui riprodotta. Un suo studio sul rapporto tra popolazioni e disponibilità energetiche "The Economic History of World Population" del 1962 (edizione italiana Uomini,tecniche,economie - Feltrinelli, 1978) gli valse la fama internazionale.
Ciò che colpisce scorrendo la lunga bibliografia di questo insigne storico, è l'originale angolo visuale dal quale analizza cause ed effetti dello sviluppo economico: tecnologia, alfabetizzazione, ma anche le conseguenze socio-economiche delle grandi epidemie in Europa.
Dal primo saggio, Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo, apprendo che una possibile causa della fine dell'Impero Romano sia da addebitare al progressivo avvelenamento da piombo della classe aristocratica romana.
Il piombo, se ingerito o assorbito in dosi superiori ad 1 mg. al giorno, può provocare dolorosa stitichezza, perdita dell'appetito, paralisi delle estremità e infine può causare la morte. Può inoltre causare sterilità tra gli uomini e aborti fra le donne.
Non solo Plinio il Vecchio raccomandava che venissero usati recipienti di piombo e non di bronzo nella cottura dei cibi, ma il piombo veniva anche utilizzato nella fabbricazione delle tubature idriche, dei boccali dei cosmetici, delle medicine e dei coloranti. S'aggiunga che i Romani, per meglio conservare e dolcificare il vino, aggiungevano del succo d'uva non fermentato che a sua volta era stato bollito e decantato in recipienti rivestiti internamente di piombo. Così facendo, mentre ritenevano di sterilizzare il vino i Romani non si rendevano conto che sterilizzavano se stessi.Caduta dell'Impero Romano, Medioevo, Crociate si susseguono nella narrazione con una grande finezza di spirito e così apprendiamo che, ad esempio, gli scandinavi, che premevano dal nord sull'Europa con sanguinose incursioni, erano spinti, oltre che da una superiore tecnologia navale, da ragioni interne:
Una recente pubblicazione norvegese afferma che notevole importanza ebbe il ruolo delle donne nella bellicosa società scandinava. Fiere e fornidabili le donne vichinghe sapevano all'occasione diventare anche pericolosamente infide e in ogni caso non si lasciarono mai sottomettere.
Non fa meraviglia che i mariti di donne così formidabili optassero per lunghi soggiorni all'estero. Tanto più che nel sud i Vichinghi maschi trovarono piacevoli occasioni per dimenticare i difficili problemi domestici.E a proposito di pepe e di Crociate:
Il pepe si sa è un potente afrodisiaco. Privati del pepe, gli Europei riuscirono a stento a controbilanciare le perdite di vite umane causate da baroni locali, guerrieri scandinavi,invasori ungheresi, e pirati arabi. la popolazione diminuì, le città si spopolarono mentre foreste e paludi si estesero sempre di più. Persa ogni speramza in una vita migliore in questo mondo, la gente pose sempre più le proprie speranze nella vita nell'al di là e l'idea di riompense in Cielo l'aiutò a sopportare la mancanza di pepe su questa terra.
Non anticipo altro di questo delizioso libro di storia per non togliere al possibile lettore il piacere della scoperta, che è sempre logica ma sorprendente.
Le leggi fondamentali della stupidità umana sono quattro e qui vengono ampiamente spiegate anche con l'ausilio di grafici, utili per analizzare noi stessi e i nostri conoscenti.
Per concludere, una lettura erudita. ma fresca e leggera come un romanzo di Wodehouse.
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